Monthly Archives: gennaio 2015

Una voce di protesta

Tutti parlano di politica, ecologia, guerra, religione ma nessuno si è posto domande riguardo la cosa più importante e centrale in tutto questo: l’uomo. Lasciando da parte le nostre convinzioni bisognerebbe inizialmente considerare se tutto il discorso che stiamo per fare ha realmente un senso o meno. La mattina ci alziamo, facciamo colazione, andiamo a scuola, pranziamo, studiamo, ceniamo, usciamo, dormiamo, viviamo… lasciando poco spazio a noi stessi e a ciò che può sembrarci importante nell’esistenza: semplicemente continuiamo a rimandare sperando che il tempo arrivi da sé.La nostra stessa presenza su questo mondo è quindi infelice, anche se qualcuno potrebbe affermare il contrario… cos’è che rende felice questo mondo? Continua a leggere

Buio

Penso sotto le coperte. Con le mani avvolgo il cuscino freddo e caldo, sopra e sotto. Ecco di nuovo quel formicolio, dalle gambe alla punta delle dita. Il soffitto è un foglio nero su cui risaltano i colori di sogni e ricordi mischiati; sorrisi e sguardi loquaci, forse solo mie impressioni, o felici e malinconiche illusioni.
Buio. Continua a leggere

Fake Plastic Trees

– Mi consuma. – Ci sono cose che non potrai mai perdonarle. Cosa devi perdonare? La odi e basta sentendoti pienamente in diritto di farlo. Cuffie prepotentemente ficcate nei timpani, la guardi e non sai se piangere o sorridere. Lei lo sa? Ogni tanto ti assale il dubbio che non sia così … ma lo speri. Nel suo mondo di plastica presa solo dalla data di scadenza dei ravioli G Rana. Forse sta solo fingendo di non vederti. -Perché non mi ascolti? Non mi ascolti mai. –

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Chiaroscuro

Sei seduto davanti a me. In silenzio guardi fuori alla finestra mentre versi un po’ di Jaeger nel tuo bicchiere. Butti tutto giù e non mi guardi. Il camino è acceso, mentre gli scoppiettii del fuoco fanno da sfondo a questa situazione imbarazzante. Penso al Natale di vent’anni fa, mentre correvi per la casa alla ricerca dei regali, sorridevi inconsapevole mentre la neve cadeva leggera. Ricordo quando mi hai chiesto la prima tela per dipingere, avevo gli occhi bagnati d’orgoglio. Continua a leggere

Come è detestabilmente banale l’amore

Come è detestabilmente banale l’amore… Ma l’amore è passione e la passione è vita. Ricordi l’aurea mediocritas dei latini? Sono assolutamente convinta che sia il modo migliore per vivere. Ma a cosa servono i buoni consigli se non a non essere seguiti (per poi irrimediabilmente pentirsene)? Non potrei mai vivere a metà, cerco l’estremo anche dove non è necessario. O meraviglioso o mortalmente deprimente. L’amore è questo che dà in fondo (è forse solo un pretesto?). Se è ricambiato è euforica felicità.  Se non lo è,  sconfinata tristezza: crogiolarsi nel dolore con la musica troppo alta nelle orecchie, il maglione umido e salato di lacrime a stento trattenute.
Come è irrefutabilmente banale l’amore… Una convenzione sociale che ognuno si sente imposta, come se senza di esso non si potesse essere felici. Continua a leggere

False fuorvianti speranze

E non puoi (o non vuoi?) farci nulla, la piccola speranza parassita cresce sempre, come le erbacce innaffiate dalla grigiastra pioggia autunnale, non voluta, a discapito dei buoni propositi seminati, curati, concimati con dedizione come i fiorellini che hai provato a piantare nei vasi del terrazzo, stroncati dalla stessa grigiastra pioggia autunnale. La speranza si insinua strisciante nei tuoi pensieri, sfrutta ogni momento di distrazione per tenderti un agguato e imprigionarti in un labirinto di pensieri inutili e costruzioni immaginarie e vane. Come difendersi da qualcosa che, per quanto tu sia consapevole di come ti sta distruggendo, ti provoca un sottile, subdolo piacere, facendosi strada dentro di te, generata spontaneamente nei recessi più involontari dell’inconscio? Estirparla al primo germoglio, sarebbe l’unica soluzione… Ma non te ne accorgi subito; la alimenti inconsapevolmente con le lacrime non versate, con i sentimenti espressi con parole sbagliate nella paura di rivelare troppo, con gli sguardi ansiosi con cui cerchi disperata l’oggetto dei tuoi desideri. E poi… È troppo tardi ormai quando l’hai riconosciuta. È come una malattia che il tempo o un farmaco curano, ma che lascia una piccola, dolorosa, traccia.

Non pensarci!

 MARGHERITA

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