False fuorvianti speranze

E non puoi (o non vuoi?) farci nulla, la piccola speranza parassita cresce sempre, come le erbacce innaffiate dalla grigiastra pioggia autunnale, non voluta, a discapito dei buoni propositi seminati, curati, concimati con dedizione come i fiorellini che hai provato a piantare nei vasi del terrazzo, stroncati dalla stessa grigiastra pioggia autunnale. La speranza si insinua strisciante nei tuoi pensieri, sfrutta ogni momento di distrazione per tenderti un agguato e imprigionarti in un labirinto di pensieri inutili e costruzioni immaginarie e vane. Come difendersi da qualcosa che, per quanto tu sia consapevole di come ti sta distruggendo, ti provoca un sottile, subdolo piacere, facendosi strada dentro di te, generata spontaneamente nei recessi più involontari dell’inconscio? Estirparla al primo germoglio, sarebbe l’unica soluzione… Ma non te ne accorgi subito; la alimenti inconsapevolmente con le lacrime non versate, con i sentimenti espressi con parole sbagliate nella paura di rivelare troppo, con gli sguardi ansiosi con cui cerchi disperata l’oggetto dei tuoi desideri. E poi… È troppo tardi ormai quando l’hai riconosciuta. È come una malattia che il tempo o un farmaco curano, ma che lascia una piccola, dolorosa, traccia.

Non pensarci!

 MARGHERITA

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