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Componimenti creativi

Il pazzo

Al principio della notte, immobile, ti trovi davanti la casa del Pazzo. I tuoi occhi lacrimano per il freddo, ma tu tremi per la paura. Tieni fisso lo sguardo verso il cancello. Muori dalla voglia di toccare le sbarre, ma senti di non poterlo fare, come se tra voi ci fosse un muro invisibile e impossibile da attraversare. Non sai perché sei lì, ma sai che il sentimento che ti ha condotto verso quel posto maledetto non è semplice curiosità. Il tuo dubbio opprimente diventa meno pesante quando pensi che forse ciò che hai sentito sono più leggende che verità. Si sa che la gente in fondo ama la paura. E tu ami la paura?

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Componimenti creativi

Cose importanti

Persa
Per sempre
Mai più tornerò
Ormai un’ombra che cammina
Sembra veramente che sia io
Ma non è vero
Non ci sono più
Perché per me non ci sei più tu
Lacrime amare sui tempi che furono
Questo è rimasto di me
Errori
Dubbi
Rimpianti
Niente più
Anche prima ero questo
Ma avevo te
Come tu avevi me
Ora non ti ho più
E la mia vita tu l’hai persa
Da qualche parte
In mille pensieri
Più importanti

BESHE

Un attimo di eternità

Sull’ombra delle comete si trova sommersa una regione infinita, dimora di minuscole
stelle. Tra tali astri sorgono le tracce luminose di vie sconosciute. Oltre i sentieri dorati
esiste un luogo immerso nelle profondità dell’universo, lontano si muove sfuggente.
Invano lo cercano.
Qui l’eternità non potrà mai eguagliare l’attimo in cui cominciai ad esistere.
Nessun istante sarà mai come il momento in cui emersi dal mare al centro del cosmo.
Dapprima senza volto, nell’oscurità vagavo. Poi nel fulcro celeste ho assorbito una stella
cadente, nelle profondità dei miei occhi sono apparsi circuiti dorati, mi sono mossa tra gli interminabili legami di un alfabeto vermiglio. Brillando di autentica luce sono diventata una stella vivente.

BIANCA DELLA GUERRA

Retrouvailles

Vorrei che non mi importasse
Come faccio finta di fare,
Di cascare dalle nuvole quando
Sento il tuo sguardo gravare,
Vorrei non dover chiedere di te,
Ma non è vero niente
Mi importa
Sempre troppo di tutto.
Non ti cerco,
Ma non dimentico
Come eravamo soliti parlare,
Occupavi un posto troppo grande
E adesso è strano.
Ogni cosa finisce,
Bisogna ricordare
Il passato solo quando ci fa piacere,
Come eravamo prima.
Continuo a volerti
Bene,
Ma non ho più voglia
Di dirti niente.
Ho fatto quello che potevo,
Il tuo silenzio l’ho capito.
Basterà fingere che
Non esisti più
Non mi manchi più
Finché non sarà vero
Perché tanto tutto passa

HYGGE

Morte

La pioggia batte lieve sulle finestre. Prendo una delle gocce solitarie. Sai come fanno i bambini? Scelgono una goccia sul finestrino della macchina e poi tifano per lei in una gara immaginaria.
Hai dimenticato di abbassare le serrande e la luce della mattina presto filtrerà dall’esterno e vi sveglierà . Lui probabilmente brontolerà. Lo hai tenuto sveglio tutta la notte con i tuoi baci e i tuoi occhi supplicanti.
Ti guardo. Il respiro gonfia il tuo petto.
Sei adorabile così addormentata. I tuoi occhi sono chiusi, in un dolce abbandono, i tuoi capelli biondi sono sparsi sul cuscino. Sei il ritratto della serenità, una moderna Rosa Spina. Capisco perché lui ti ami.
Sono entrata dalla porta principale, le serrature non mi hanno mai fermato. Lui, giovane dalla pelle scura ti stringe nel sonno. Siete avvinghiati, abbracciati. Bellissimi. Otello e Desdemona prima dell’orrendo finale. Lui non è un maniaco della gelosia. Mi siedo a contemplare i vostri corpi caldi. Il suo collo è esposto, macchiato del tuo amore. Ho l’impulso di sfiorarlo.
Riesco a immaginare la vostra vita insieme. Il matrimonio.
Tu hai un lungo abito bianco, lui è vestito elegantemente. I vostri bambini sono adorabili. Due. Il più grande si innamorerà dei fiori e della loro vita. Sua sorella amerà le stelle della notte blu come i suoi occhi.
Avrete una vita bellissima.
Avete una vita bellissima.
Avreste avuto una vita bellissima. Ma ormai il gas ha corso per ogni stanza. Il vostro gatto già si struscia sulle mie gambe, se ne è andato nel sonno. Mi sporgo sul letto, e deposito un bacio casto sulle labbra carnose del tuo compagno di vita, futuro padre dei tuoi figli. Bacio anche te, persa fra le mie braccia. Il mio bacio non ti sveglia però. La vita non è una favola e tu non sei RosaSpina.
Come fumo mi dirigo alla prossima casa. Il mio lavoro non finisce mai. La tua distrazione ha condannato anche i tuoi vicini. Non c’è mai riposo per la morte.

STYX

Ci vediamo in giro

Ci vediamo in giro
Io ho pensato
Ascoltando gli occhi tuoi
Mai uno sguardo complice
Io ho incontrato
Abbracciami come vuoi
Mai un tocco fugace
O è solo una fantasia della mia biro?

HYGGE

Contrasti

Ogni giorno un fiore sboccia
Ma ce n’è un altro che appassisce
E per ogni persona che nasce
C’è una vita che finisce
C’è sempre una lacrima
Ma c’è sempre un sorriso
E per ogni inferno
Esiste un paradiso

SIMONE GRAPPASONNI

I sette giorni di fuoco

Quando gli alti guerrieri di cenere si muovono nella nebbia il mondo va a
fuoco. Quando la luce diventa rossa la notte e il mare si tingono di vermiglio,
macchiati dal sangue arroventato dei soldati titani.
Arrivano, arrivano gli dei di macchine e ingranaggi.
Arrivano, arrivano gli dei dei della miseria che inghiottono la terra.
Arrivano bagnati dal sangue della stirpe maledetta. Si trascinano per le lande
fumose, camminano lenti in mezzo al mare di miasmi velenosi. Programmati
per recidere legami avanzano tra i cocci scheggiati, portavoce d’un era
morente.
E così… quando le divinità guerriere deformarono lo spazio, in una notte senza
luna, l’ultima cosa che l’umanità vide fu una falce, una falce di luna.

BIANCA DELLA GUERRA

Ponti di libri e muri di fango

Ve voglio raccontá na breve storia
Che è vera, nun me devo inventá gnente
Na robba che fa parte daa memoria
De tanta popo tanta bella gente
Se tratta de ‘n fattaccio capitato
Na cinquantina d’anni ormai saranno
Che l’ha lasciati tutti senza fiato
Così m’ha detto er nonno raccontanno
Nun so se siete stati mai a Firenze:
È lì che gli è caduta, pè sventura,
Na quantità de acqua che, potente,
Coprì de fango tutto e de paura
Potete immagginá sortanto er danno
Ae case, alli viali, ai monumenti
Ma quello che ve vado raccontanno
È tutto quer popò de documenti
De libri, d’ogni epoca e ogni lingua
Che staveno a rischiá d’esse distrutti
Da quella catastrofica fanghiglia,
E annaveno sarvati; e che li butti?
Pe fa partí sti grandi sarvataggi
Se fecero catene de persone
E no de gente solo dei paraggi
Ma de ragazzi giunti da ogni dove
Veniveno dar nord, dar sud dar centro
Da tutta Italia, e pure dar di fori
Da tutta Europa, tutti in gran fermento
Pe anná a sarvá quei libri, quei tesori
Perché v’ho raccontato sta storiella?
Che c’entra mò sta robba che v’ho detto?
E c’entra sì si annamo un po’ a vedella,
Si la capimo, si c’entramo dentro
Perché quei libri tanto sventurati
Nun so soltanto libri de Firenze
So libri che, seppur manco sfogliati
Hanno riunito tutta quella gente
Cioè nun è servito manco aprilli
Pe fa che s’attivasse la magia
De fa sta tutti insieme e ben tranquilli
A fa ch’ogni litigio annasse via

E beh ve sembra che non sia abbastanza?
Se fossimo davero tutti insieme
A andá contro sto fango de ignoranza
Ve pare che nun se starebbe bene?
Envece stamo qua a fasse la guerra
Appresso ad ogni slogan roboante
E i libri se ne restano pe terra
Ai piedi de sto popolo ignorante
E sì che poi sto fango se ndurisce
E forma questo muro così spesso
Che te fa litigá, che t’abbrutisce
E nun te fa conosce chi c’hai appresso
Allora ritiramo su sti libri
Pulimoli, proviamo ad asciugarli
Che questa volta er fango è popo tanto
E nun è così facile sarvalli

ANDREA CRINO’

Ciechi

Guardami
Cammino senza meta
In un mondo fatto di arrivo
Guardami
La mia gente parla
Ma in realtà da dire ha poco
Guardati
Se ti osservi allo specchio
Sei l’immagine di ciò che non sei
Guardati
Urli in mezzo al popolo
Ma nessuno vuole ascoltarti
Guardiamoci
Togliamo le nostre radici
E moriamo lentamente
Guardatevi
Un giorno i vostri figli
Vivranno in un mondo
Che ha trovato nel rumore
Il suo più grande silenzio

CS

Pare che mò semo maturi

È giunto ormai er momento dei saluti:
Dovemo salutà ste quattro mura,
Che pè sti cinque anni c’hanno avuti
E che lascialle mette ‘n po’ paura.

“Ao” fa dice “beh sete maturi,
È pure giunta l’ora d’annà avanti”
Ma quanto so’ più semplici i futuri
Sognati ancora dietro a questi banchi.

E mò pare se debba fa sur serio,
Se debba costruì questo futuro
E forse semo pronti, pare vero,
che questo vole dì l’esse maturo.

Ma forse a noi, che semo stati grandi
da quanno c’è iniziato a convenire;
che pure da quartini, alti du palmi,
più grandi volevamose sentire,

adesso che lo semo pè davero
ce fa ‘n po’ più paura, ‘n po’ d’ansietta
er fatto de lasciasse tutto dietro,
che sai che lasci e nun cosa t’aspetta.

ma insomma si quest’anni l’hai vissuti,
co’ spirito gajardo e bella gente
quell’ansie e quei problemi che c’hai avuti
in fondo poi nun contano più gnente

rimangono sortanto i bei ricordi
insieme a quell’amici che c’hai accanto
e quelli e questi rendono più forti
e io dei miei di certo me ne vanto

perciò quarcosa dietro te lo porti
e questo è quel che serve pè fa er salto
nun so quanto a sto mondo glie ne importi
ma semo grandi e mò stiamo arrivando

ANDREA CRINO’

Un’unica emozione

L’istante proietta un tuono in una notte sferica, apre uno squarcio delineato dall’immagine
di un ago boreale. La luce del caos apre una finestra d’ordine in un mondo di fiamme.
Mentre irradia il mondo degli spiriti io mi fondo con una successione di voci. Divengo un
cuore sconosciuto. Un’unica emozione che annulla tutto il resto.

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Componimenti Creativi

A TE
A te,
A te che entri tardi, che non dici buongiorno,
Che mi hai promesso la tua vicinanza ma sento solo lontananza.
A te che invece mi stai vicino, da sempre ma
non per sempre,
Che in silenzio mi parli.
A te che potevi essere importante
ma hai scelto di farmi essere niente.
A te che mi sei stata accanto,
con il cuore in mano, sempre.
A te che da sotto una maschera ci sei,
chiedendo tanto ma dando tutto quello che sei.
A te che mi hai fatto sorridere, quando non ci
facevo nemmeno caso a chi fossi.
A te che mi hai insegnato il dialogo e ricordato
i miei valori.
A te che sembra non prendi nulla sul serio, ma
seria sei tu nell’essere te stessa.
A te che mi hai insegnato a non fidarmi di
chiunque, che c’è sempre un’altra storia da
scoprire.
A te che non t’aspettavo, non sapevo di poterci
prendere un caffè.
A te che così monotono non sei,
Come chi non ha ancora trovato il suo posto.
A te che mi hai fatto sorridere nonostante le
richieste, che mi hai fatto sentire utile.
A te che mi parli di cose così, come chi tace,
osserva e capisce.
A te che ridi come un matto, ma matto non sei
affatto.
A te che sei composta anche quando dentro
hai una tempesta.
A te che non parli molto, non riveli chi sei, ma
sei te stessa.
A te che mi sei stata accanto, quando eri l’ultima persona a doverlo fare ma la prima a farlo.
A te che mi hai insegnato a raccogliere questi
pezzi e a farne parte, anche senza di te.
A te, a voi, a noi, che ci stiamo accanto giorno
dopo giorno, osservando e capendo noi stessi
e tutto ciò di bello che è nato da anni di sofferenza.

CWTCH

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Componimenti Creativi – Ottobre 2018

 

PENSIERI

 

Pensieri che come voci

mi chiamano nel vento

Lacrime scorrono sotto il suo sguardo contento,

Affondo le radici nel cuore del passato

e un grido esce dal mio corpo sciupato.

 

Vorrei un amore che mi riportasse nell’eterno

giù nel bosco dove risiedono gli altari

lontano da ogni lamento

più lontano delle fasi lunari,

vorrei sdraiarmi sul tuo corpo coricato

e rinnegare questo mio corpo straziato.

 

Danzando tra steppe e alte costiere

ascolta gli inni dei nostri avi

potenti come le mutevoli maree

si uniscono alle voci dei grandi alberi cavi.

Iniziamo ora il nostro ballo sfrenato

spezziamo l’incantesimo incatenato.

LIVIA

IL MIMO E GLI ZINGARI

 

In un certo senso io e loro

Semo colleghi

Colleghi

D’allegria

A staccà a quiete de ‘sto triste posto

Semo noi i distrattori dee’ genti

A quiete a me e a voi viè tolta

A voi pubblico

A voi cittadini

Non si direbbe che a parlar

Sian meglio

Gli zingari dell’artri

Ma nel core mio

In uno zingaro

C’ho visto mille cori in più

De quelli de tanti.

SARA BUONOMINI

 

L’URLO

 

L’urlo si riflette

E arriva

Ma come?

Come è possibile?

Si incastra nel tempo

Ma resta

E se ne va…

Lontano da sempre

La leggerezza dei tuoi sguardi

La piuma della vita

Mi accarezza dolcemente

Come una rosa selvatica

Come una brezza di strada

E nel mentre Io m’accorgo

M’accorgo di te

Te ne stai sempre accovacciato su te stesso

Ma osservi il dolce mormorio

Di tutti

Di niente

Il tuo

Del mare

CATERINA DI GIULIO

 

MEMORIA DI GHIACCIO

 

A volte mi scordo

Mi scordo di noi

E

Stono

Stono in questa vita disordinata

Perché io voglio

Qualcosa di più dolce

Di più chiaro

Da gustare lentamente…

Al gusto di blu

CATERINA DI GIULIO

 

ULTIME VOLONTÀ

 

Non scrivete con il pianto

Sulla pietra polverosa,

Non scrivete: “qui riposa”

Ma elevate il vostro canto

Alle vette immacolate,

Al bel cielo mattutino;

Nella voce d’un bambino

Melodie dimenticate

Rivivranno ancora un poco

Finché il coro improvvisato,

Puerilmente appassionato

Si farà sempre più fioco…

SYBIL

 

GUARDANDO LE STELLE

 

Il blu infinito

Il riflesso di una storia lontana

Il fascino immortale

Un sogno fin troppo reale

Sotto un cielo notturno, guardando le stelle.

 

MARIA GUERRIERI

 

 

SVANISCO

 

Svanisco

Come petali di un fiore

Appassito

Nel vento

E di me non resta più nulla

Non il corpo

Non l’anima

Non il ricordo

E non c’è niente che possa fare

Succede e basta
Io impotente

Aspetto la mia fine

Divento trasparente

Taccio pur sapendo

Presto io non sarò più

Svanisco

Nella tua mente

Come un sogno al mattino

Dimenticato

BESHE

 

LONGING

 

I see people passing by,

so many faces

and still all of them blurry

into one.

Yours.

And I run towards you as fast as I can

my arms stretch out to touch you

but you’re not there.

it was just a dream.

By now I should have got used to my mind

playing with my emotions as they were insignificant puppets

with their threads

held by it

OCEAN

 

SUL VETRO GRIGIO

 

Scivolano le note sulla scala,

cade lo sguardo

sul bianco e sul nero,

come fa la pioggia

sul vetro grigio.

Lo specchio opaco dell’infinito

è un pentagramma,

e il rumore delle gocce

è la musica.

MARIA GUERRIERI

 

DALL’AZZURRO SERENO

Seduta sul prato

guardando il cielo,

cerco di catturare le emozioni in una nuvola,

la felicità in una goccia di pioggia,

di strappare il sorriso all’azzurro sereno.

Eppure so che dovrei prima

sentire il profumo dei fiori,

accarezzare il prato verde sotto di me

e ascoltare i passi di chi cammina.

MARIA GUERRIERI

 

SHIPWRECK

 

Just a shadow

is what suddenly appears

and swallows my mind,

leaving it spinning in circles,

and I become a hopeless wanderer

in my sea of thoughts.

Will I sink in them like a ship

in its last moments?

Or will I pull myself out of the water

and finally breathe?

OCEAN

 

OCEANIC ANGER

 

My chest tightens

and I can’t catch my breath.

A loud scream wants to get out

but I’m afraid of myself

so I keep it at bay.

I want an ocean to shout at

so as to let my scream mix

with the crashing sound of the waves.

The ocean

silently

hears

and

understands.

And suddenly

I’m not alone anymore

OCEAN

 

AIUTO

 

Sto per

sbattere

la testa

sulla tastiera

L’IMPAGINATORE DI COMPONIMENTI

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