Componimenti creativi – Marzo 2019
Pensieri
Pensieri
come petali di rose appassite
cadono
senza far rumore
nell’acqua limpida
di un torrente di parole
che sembra non aver fine.
Ma la conclusione
è lontana come l’origine
e sono intrappolata
in questo labirinto di strade
che ancora non hanno direzione.
Camminare in silenzio,
combattere contro la bufera…
Il cielo comincia ad oscurarsi.
E intanto la luce
mano a mano che ci si avvicina
appare sempre più lontana.
E pensare che io
ho creato questa prigione.
Bastano delle frasi,
basta un po’ di inchiostro,
per credere che ci sia un senso
dietro questi contorti pensieri
e sperare che un raggio di sole
illumini la strada?
MARIA GUERRIERI
L’orizzonte è vuoto e io ne faccio parte
Persone sparse e indaffarate circondano e comprimono lo spazio, sono sempre di più questi volti incantati dai loro pensieri; a tratti intravedo in loro dei fili, dei fili di connessione, movimenti che mi attraggono per quanto strani anche se al primo sguardo appaiono così reali, quasi naturali. Si formano delle figure davanti ai miei occhi, formazioni di ombre e colori, ma io non ci sono… loro almeno non si accorgono di me. Io li osservo, in silenzio, ma poi mi dico: e se ci fosse qualcuno dietro di me che vede la stessa cosa, potrei far parte dell’orizzonte… così, silenziosamente, entrerò nella viva impressione di quell’immagine, l’orizzonte, davanti ai nostri occhi incantati dai pensieri.
CATERINA DI GIULIO
Veins
Straight.
We go forward.
With the same blood.
In different directions.
But the danger
was near.
And we didn’t know
how far
were our destinations,
and how near
our fates.
CATERINA DI GIULIO
Tramonto
Bella è la luce
che scalda il blu del mare,
che mentre la sabbia comincia ad essere fredda
i nostri occhi ammirano senza essere coperti.
Restiamo qui in silenzio,
abbandoniamo l’ansia e la fretta.
Il sole risorgerà tra poche ore
e il silenzio sarà interrotto
dal sopraggiungere dell’alba.
Ma il giorno passerà
di nuovo.
E domani,
accompagnati dal suono delle onde,
un altro tramonto saremo qui a guardare
e la sabbia diventerà di nuovo fredda
e la luce svanirà di nuovo
nella profondità del mare.
MARIA GUERRIERI
Rovine nel deserto
Nella città del deserto dovrò riapparire, tornerò quando dalla cenere verrà la vita. Arriverò ancora alla fine del tempo, alla chiusura della mia metamorfosi. Solo le dune ne saranno testimoni e quando cambierò mi chiameranno nuovamente per nome. Alla fine un giorno dovrò affrontare il ricordo, non posso più dimenticare. non posso più celare. Sono tornato con un nuovo volto. Rievocherò la deserta, purpurea città tra i valichi infuocati. Nell’oro dei suoi occhi rivedrò i tratti delle mie antiche fattezze. Tra le distese ardenti ritroverò il mio animo remoto… sommerso dai frammenti, parte della sabbia rovente per serbarne il ricordo. Tornerò, tornerò ancora… ma ora ti devo lasciare.
BIANCA DELLA GUERRA
Cammina, uomo dai due volti
Finalmente sei giunto, uomo dai due aspetti, tra le alte falesie sul mare. Hai per caso intenzione di raggiungere anche i pallidi picchi oltre l’oceano? Rimani qui, a tentare di trovare il luogo che hai perduto. Farai meglio a dimenticare le ripide scogliere, sorgono oltre il tuo pensiero. Tra due abissi di roccia marmorea ti troverai esitante. Quale sentiero potrai mai percorrere? Rimani qui, rimani qui a cercare il tuo ricordo sull’ultima rupe bianca prima dell’ignoto.
Stai andando tra i candidi fiordi oltre me, uomo dai due volti? Dunque nulla ti può contenere, nulla ti placherà mai. Solo la via.
Va pure incontro ad una visione, uomo… dalle due sembianze, va via e ricordati di me. Ricordami quando sarai partito, ricordami quando ti recherai alla tua meta… sempre che tu ne abbia una.
BIANCA DELLA GUERRA
Forma mentis
“Ma te quanno piji er bus ‘o fai er bijetto?”
Je fa dice: “ ’gnor no che nun lo faccio
davero te me fai così soggetto
da dà li sordi pè sto serviziaccio?”
E l’artro j’arifà dice “coretto
così manco ‘na lira va ar gestore
che nun po’ migliorà, fila er concetto?
E metti poi che ariva er controllore?”
“Ma tanto nun ariva, stai sereno
che se nun je dai i sordi, chi lo paga?
E poi er busse è sempre pieno pieno
e quanno c’entra, e pure se ce mbraga,
se pure pure paghi, paghi meno
sennò prenni e te dai coll’aria vaga.”
ANDREA CRINO’
Margherita
Margherita
In un infinito mare d’erba
L’unica che spunta
Bella
Di bellezza inconsapevole
Bianca
Pura
Impaurita
Dalla vita
Aspetti che arrivi la tempesta
E che ti distrugga
Non sai se accadrà davvero
Ma tu te lo senti
E a testa alta attendi
Vorrei aiutarti
Coglierti
Proteggerti
Ma non posso
La natura non si può fermare
Capirai da sola
Che anche una margherita
Può resistere
A qualsiasi tempesta
BESHE
Non crediate il potere vi salvi
A uno dei tanti che inseguono il potere
credendo, con questo, d’esser salvini
Non riconosco quale sia
il tuo segno zodiacale
dove tu prenda la voglia di vivere
ma pesano le tue parole
come il piombo sulla vita di uomini
che come leggeri fogli di carta
attraversano il mare e affondano
in silenzio con le loro speranze,
e tu parli, gridi,
travestito da animale o da pompiere
ma io non rido perché c’è chi muore
a ogni tuo stupido gesto, non rido
perché al fondo del tuo sguardo
c’è la violenza di chi cerca spazio
per sé e calpesta anche il cuore di un bambino
per dire, per quell’attimo che è la vita,
io sono il primo.
Solo questo mi ricordi, la vita è un attimo
di cui la tua violenza mi toglie il gusto
per questo sei disperazione
e la tua fame insensata è tristezza
non ti dico di sprofondare nel mare
perché è la tomba di gente migliore di te.
IL FA’PRESTO
Nel mezzo della tempesta
I lampi
tagliano il cielo,
il vento grida
e il freddo quasi ferisce
nel mezzo della tempesta.
Tempo che fuggi lontano,
cattura quest’istante in un eterno presente,
imprigionami nei tuoi secondi.
È troppo presto per la pace,
ed è troppo presto per la calma…
Il sole arriverà
a cancellare la nebbia,
a schiarire il cielo.
MARIA GUERRIERI
Cartesio
Breve compendio della sua filosofia
Renè Descartes, Cartesio per noialtri,
non altri che ragione vede adatta
ad arrivar al vero in modi scaltri.
Per farlo serve aver regola esatta,
esalta dunque un metodo comune
comunque da trovar, cosa mai fatta;
frattanto per colmar le sue lacune
alcune regolette lui redige
e dice che non una al dubbio è immune:
la scienza l’evidenza predilige,
dirige poi un’analisi dei dati
da sintesi seguita e dopo vige
ricerca degli error revisionati,
nati in seno forse a un gran maligno
ignobile e burlon che c’ha ingannati.
Una cosa sola il dubbio indegno
Indarno prova a tanger nel pensiero:
pensiero stesso o cogito, che è segno
che sono, esisto, insomma sono vero
e invero son sostanza o res pensante;
attento nol deduco, son sincero.
Eppure il dubbio resta assai pressante
Esiste fuor di me ciò che è in mia mente?
Sì, se esiste un Dio non ingannante;
il franco vuol provar ch’Egli è presente
presenta dunque prove a tal partito
portate in numer tre alla dotta gente:
interne a noi le idee di Dio e infinito,
finiti noi, non sono causa nostra,
esterna a noi tal causa ha dunque sito;
si trova così pure altra risposta:
posto che l’uman è sì imperfetto
l’imperfezion al Suo confronto è posta;
mostra infin Cartesio altro concetto,
dedotto già da Anselmo tra le prove,
ovver che deve esister chi è perfetto.
Esiste ed è perfetto il nostro Giove
Vediamo dunque un mondo senza inganno
In quanto Ei non ci odia, non ci piove;
dove allor l’errore, dove il danno?
Da nostra volontà vien provocato,
vacante in libertà se dubbi s’hanno.
L’esistere del Dio tanto agognato
Natale dà alla fisica, che indaga
La grande varietà dello creato.
Codesta varietà indistinta e vaga
Va, ragionando, in un dualismo resa
Res cogitans e extensa e poi studiata
Attenti solo a quel che invero pesa:
le sole proprietà quantitative
in quanto qualità da noi è dipesa.
Trattando proprietà così oggettive,
oggetto di meccaniche causali
usar lui vuole scienze deduttive,
diversa concezion di scienze quali
la geometria e la fisica, per dare
a geometria analitica i natali.
Questa sola dunque si può usare
Avendo l’estension di studio oggetto
E ‘l moto che lo Dio volle creare;
avere un tale autor così perfetto,
certo ed immutabil che li ha fatti,
fa sì che si conservi il tutto intatto
e toglie dalla mente quei concetti
di dette forze che, pur da distante,
ad arte creano moto tra gli oggetti.
Il moto infatti in ciò che, chi è ignorante,
intende come vuoto se pur pieno,
e non di indivisibil componente,
inteso è come frutto nato in seno
a moti vorticosi di frammenti
minuti e mossi indietro senza freno.
Cartesio non potea far altrimenti
Ch’entrar pur nei discorsi di morale,
normale per color che son sapienti
sentirsi un po’ in dover di giudicare,
carente però un po’ di idee creative
invero limitossi un po’ al banale:
a leggi, moderato, hai da obbedire;
il resto non cambiar, cambia te stesso;
e solido e deciso sia il tuo agire.
Infine il gran filosofo s’è espresso
passion sottomettendo alla ragione
e non che sian nocive, lo è l’eccesso.
Insomma si può dir, nessun sia offeso,
che tanto disse e ruppe tanti schemi
e forse non sol quelli il sor Cartesio.
ANDREA CRINO’