Monthly Archives: marzo 2015

Tanto

Silenzio nella brughiera tra inverno e primavera.

Nuvole d’uccelli che tornano al nido
In corsa sfrenata, spinti dalla Natura vera,
Persi nel muto strepito di un grido.

Fumo che si sparge sopra un lago immutato,
L’inutilità del vento che t’accarezza
E che non ti scalda davanti a quel creato,
Tronca le parole e le porta la brezza.

Illumina un Sole che soleva un tempo,
Una volta solo un raggio mi tocca
E ciò mi basta per imprimere in me stesso
Una cicatrice di quell’urlo che muore,
Penso.

Silenzio.

CENERE

Jerry Cliffordy

Questa è la storia del mio amico Jerry Cliffordy. Nato e cresciuto nel Tennessee Jerry era un ragazzo semplice di buone maniere, che rivolgeva sempre il saluto a chiunque incontrava anche se non lo conosceva. Era anche un po’ tardo ma io non gli davo troppa importanza. Egli era un poeta. Un giorno mi raccontò di un promontorio a strapiombo sul mare così alto che potevi vedere tutto l’oceano, le terre dopo di questo e, se ti ci impegnavi, anche quelle dietro la linea dell’orizzonte. Gli chiesi di portarmici. Mi rispose che aveva il terrore di tornarci. Gli chiesi, scherzando, se le vertigini gli facessero tremare le ginocchia, ma divenendo per la prima volta serio mi rispose: “Non ho mai temuto l’altezza ma ho sempre avuto paura di trovare una volta il coraggio per provare a volare”.

8

La Caduta

“Guarda fratello come splende l’aurora”, il giovane osservava le alte nubi rosate. L’altro si pose al fianco senza distogliersi dalla dolce vista del nuovo giorno. “Credo sia l’ultima per me, il sole non può tornare sui propri passi.”
“Perché sei stato così superbo? Perché generi dissonanza?” chiese l’altro. “Un tempo eri d’esempio per noi…”.
“Sai, penso che le stelle più luminose siano le più belle” disse il giovane “muoiono presto, è vero. Tuttavia brillano al culmine della gloria, della luce più impetuosa e abbagliante. Possiedono la grazia audace della giovinezza.”
A quel punto l’altro lo scosse afferrandogli il braccio:” Ma non capisci? Non vedi il tuo errore?”. Continua a leggere

Era così

La montagna aveva il sapore di ketchup, würstel e cioccolata calda con panna. Ma anche di sudore. Il suo primo approccio era stato traumatico. Si ricordava il sorriso dei suoi genitori che lo salutavano entusiasti mentre, per la prima volta, veniva trascinato dal maestro di sci verso i campi. Riusciva a malapena a slittare in avanti e l’unico risultato era la faccia nella neve bagnata. Così fredda e ostile. Non capiva proprio perché dovesse subire tutte quelle torture gratuitamente. Quella settimana pianse tutte le mattine fino all’ora di pranzo, quando finiva la scuola sci, e come premio poteva finalmente gustarsi le patatine fritte al calduccio. Continua a leggere

Molti sussurri

Prestateci orecchio poiché la nostra non è che l’ennesima voce fuori dal coro. Se potete, fermatevi, non avete nulla da perdere; dimenticherete le nostre parole prima che il giorno finisca. Vi invitiamo, voi che leggete queste righe con quel ridicolo sguardo assorto, a considerare di riflettere su qualcosa che una volta tanto esuli dall’incompetenza scolastica. Sta di fatto che per non affannare le eccessivamente le vostre testoline ottenebrate, ci limiteremo a dare un breve sguardo a qualcosa di non troppo ponderoso. Continua a leggere

Inumanità

Cadde la neve e mi accorsi che era la prima volta che la vedevo nella mia città, ma quel pensiero non mi aiutò a dimenticare i boati che sentivo in lontananza [battito]. Era iniziato tutto in qualche città lontana dalla mia: venti megatoni avevano spazzato via venti milioni di abitanti nella stessa frazione di secondo in cui mio figlio stava giocando con una farfalla in giardino; poi il caos [battito]. Fui arruolato e dovetti allontanarmi dalla mia famiglia negli stessi attimi in cui “l’arma che si promise di non usare più” strappava via la carne a tre miliardi di persone [battito]. Continua a leggere

« Vecchi articoli Recent Entries »