Tanto

Silenzio nella brughiera tra inverno e primavera.

Nuvole d’uccelli che tornano al nido
In corsa sfrenata, spinti dalla Natura vera,
Persi nel muto strepito di un grido.

Fumo che si sparge sopra un lago immutato,
L’inutilità del vento che t’accarezza
E che non ti scalda davanti a quel creato,
Tronca le parole e le porta la brezza.

Illumina un Sole che soleva un tempo,
Una volta solo un raggio mi tocca
E ciò mi basta per imprimere in me stesso
Una cicatrice di quell’urlo che muore,
Penso.

Silenzio.

CENERE

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