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Una storia che vale la pena

Shhhhhhhh, ho detto, shhhhhhh. Sta zitto un momento e guardami. Sei pazzo anche tu? Che vuol dire che non lo sei? Io sarei pazzo?! Ma lo sarai te, tua madre e quel grande toro pieno di corna di tuo padre! Shhhhhh, ho detto, shhhhhh! Lo senti? Senti che sta dicendo la gente? Dice che siamo pazzi entrambi ma, ma io non ci credo. Io mi sento benissimo! Mai stato pazzo, credi a me… eppure in questa squallida società sembra che nessuno possa fare niente, e appena ti sporgi un po’ finisci che ti gettano in questo posto! Continua a leggere

Dan l’Italiano

“L’etica – un’etica non ideologizzata – consente di creare un equilibrio e un ordine sociale più umano.” Cit.

Ricordo Dan. Era un ragazzo giovane, dai corti capelli neri e dagli occhi verdi e luccicanti che solo la gente di buona presenza può avere: quelli come lui, insomma. A Dan piaceva correre, beveva poco ma soprattutto gli piaceva guardare in alto: la sua passione erano gli aquiloni, li aveva sempre amati fin dai tempi della sua prima giovinezza. Si era trasferito da qualche anno in Italia, non parlava ancora bene la lingua ma era riuscito ad aprire un fiorente negozio, diventando il fornitore del suo quartiere: era simpatico a tutti, forse era per quella sua amica… mi pare la chiamasse Dalia, ma i ricordi si fanno confusi ormai. Continua a leggere

Tanto

Silenzio nella brughiera tra inverno e primavera.

Nuvole d’uccelli che tornano al nido
In corsa sfrenata, spinti dalla Natura vera,
Persi nel muto strepito di un grido.

Fumo che si sparge sopra un lago immutato,
L’inutilità del vento che t’accarezza
E che non ti scalda davanti a quel creato,
Tronca le parole e le porta la brezza.

Illumina un Sole che soleva un tempo,
Una volta solo un raggio mi tocca
E ciò mi basta per imprimere in me stesso
Una cicatrice di quell’urlo che muore,
Penso.

Silenzio.

CENERE

Inumanità

Cadde la neve e mi accorsi che era la prima volta che la vedevo nella mia città, ma quel pensiero non mi aiutò a dimenticare i boati che sentivo in lontananza [battito]. Era iniziato tutto in qualche città lontana dalla mia: venti megatoni avevano spazzato via venti milioni di abitanti nella stessa frazione di secondo in cui mio figlio stava giocando con una farfalla in giardino; poi il caos [battito]. Fui arruolato e dovetti allontanarmi dalla mia famiglia negli stessi attimi in cui “l’arma che si promise di non usare più” strappava via la carne a tre miliardi di persone [battito]. Continua a leggere