Per Antonio. Per noi.
Di noi giovani, ne dicono tante: ci definiscono sfiduciati, disillusi, pessimisti, disorientati. Dicono che non riusciamo a immaginare un
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Giovedì 25 ottobre gli elettori manarioti sono chiamati a esprimere una preferenza tra i candidati che quest’anno concorrono per la rappresentanza del nostro istituto. La redazione de “La Lucciola” ha deciso di raccogliere le interviste degli “aspiranti rappresentanti” per fornirvi uno strumento critico perchè – confrontando le idee, le proposte e il modus operandi di ogni lista – la scelta possa essere fatta in modo davvero consapevole
Perchè avete deciso di
Aprile. O boh, forse maggio. Una giornata scolastica come tante altre. La mia testa, come innumerevoli altre volte vaga per sentieri indefiniti, stordita com’è dalle
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PENSIERI
Pensieri che come voci
mi chiamano nel vento
Lacrime scorrono sotto il suo sguardo contento,
Affondo le radici nel cuore del passato
e un grido esce dal mio corpo sciupato.
Vorrei un amore che mi riportasse nell’eterno
giù nel bosco dove risiedono gli altari
lontano da ogni lamento
più lontano delle fasi lunari,
vorrei sdraiarmi sul tuo corpo coricato
e rinnegare questo mio corpo straziato.
Danzando tra steppe e alte costiere
ascolta gli inni dei nostri avi
potenti come le mutevoli maree
si uniscono alle voci dei grandi alberi cavi.
Iniziamo ora il nostro ballo sfrenato
spezziamo l’incantesimo incatenato.
LIVIA
IL MIMO E GLI ZINGARI
In un certo senso io e loro
Semo colleghi
Colleghi
D’allegria
A staccà a quiete de ‘sto triste posto
Semo noi i distrattori dee’ genti
A quiete a me e a voi viè tolta
A voi pubblico
A voi cittadini
Non si direbbe che a parlar
Sian meglio
Gli zingari dell’artri
Ma nel core mio
In uno zingaro
C’ho visto mille cori in più
De quelli de tanti.
SARA BUONOMINI
L’URLO
L’urlo si riflette
E arriva
Ma come?
Come è possibile?
Si incastra nel tempo
Ma resta
E se ne va…
Lontano da sempre
La leggerezza dei tuoi sguardi
La piuma della vita
Mi accarezza dolcemente
Come una rosa selvatica
Come una brezza di strada
E nel mentre Io m’accorgo
Sì
M’accorgo di te
Te ne stai sempre accovacciato su te stesso
Ma osservi il dolce mormorio
Di tutti
Di niente
Il tuo
Del mare
CATERINA DI GIULIO
MEMORIA DI GHIACCIO
A volte mi scordo
Mi scordo di noi
E
Stono
Stono in questa vita disordinata
Perché io voglio
Qualcosa di più dolce
Di più chiaro
Da gustare lentamente…
Al gusto di blu
CATERINA DI GIULIO
ULTIME VOLONTÀ
Non scrivete con il pianto
Sulla pietra polverosa,
Non scrivete: “qui riposa”
Ma elevate il vostro canto
Alle vette immacolate,
Al bel cielo mattutino;
Nella voce d’un bambino
Melodie dimenticate
Rivivranno ancora un poco
Finché il coro improvvisato,
Puerilmente appassionato
Si farà sempre più fioco…
SYBIL
GUARDANDO LE STELLE
Il blu infinito
Il riflesso di una storia lontana
Il fascino immortale
Un sogno fin troppo reale
Sotto un cielo notturno, guardando le stelle.
MARIA GUERRIERI
SVANISCO
Svanisco
Come petali di un fiore
Appassito
Nel vento
E di me non resta più nulla
Non il corpo
Non l’anima
Non il ricordo
E non c’è niente che possa fare
Succede e basta
Io impotente
Aspetto la mia fine
Divento trasparente
Taccio pur sapendo
Presto io non sarò più
Svanisco
Nella tua mente
Come un sogno al mattino
Dimenticato
BESHE
LONGING
I see people passing by,
so many faces
and still all of them blurry
into one.
Yours.
And I run towards you as fast as I can
my arms stretch out to touch you
but you’re not there.
it was just a dream.
By now I should have got used to my mind
playing with my emotions as they were insignificant puppets
with their threads
held by it
OCEAN
SUL VETRO GRIGIO
Scivolano le note sulla scala,
cade lo sguardo
sul bianco e sul nero,
come fa la pioggia
sul vetro grigio.
Lo specchio opaco dell’infinito
è un pentagramma,
e il rumore delle gocce
è la musica.
MARIA GUERRIERI
DALL’AZZURRO SERENO
Seduta sul prato
guardando il cielo,
cerco di catturare le emozioni in una nuvola,
la felicità in una goccia di pioggia,
di strappare il sorriso all’azzurro sereno.
Eppure so che dovrei prima
sentire il profumo dei fiori,
accarezzare il prato verde sotto di me
e ascoltare i passi di chi cammina.
MARIA GUERRIERI
SHIPWRECK
Just a shadow
is what suddenly appears
and swallows my mind,
leaving it spinning in circles,
and I become a hopeless wanderer
in my sea of thoughts.
Will I sink in them like a ship
in its last moments?
Or will I pull myself out of the water
and finally breathe?
OCEAN
OCEANIC ANGER
My chest tightens
and I can’t catch my breath.
A loud scream wants to get out
but I’m afraid of myself
so I keep it at bay.
I want an ocean to shout at
so as to let my scream mix
with the crashing sound of the waves.
The ocean
silently
hears
and
understands.
And suddenly
I’m not alone anymore
OCEAN
AIUTO
Sto per
sbattere
la testa
sulla tastiera
L’IMPAGINATORE DI COMPONIMENTI
Autocompiacimento
Salita impervia
Insolito percorso di
Fuga dal giorno che
Stringe
Sintetica catarsi dei Continua a leggere
Tra arte, scienza e storia, tre home-made reporters ci raccontano il murales di via Folchi, recentemente realizzato per lo Spallanzani. Può davvero un’opera del genere fungere da farmaco per l’anima?
Certo non si può dire che Via Folchi, zona Portuense, sia tra le strade più belle della capitale. Né tantomeno trasmette quella serena allegria che alcuni luoghi, indicibilmente, instillano in chi vi passeggia: da un lato si staglia imponente
È difficile mettere le parole in fila, quando hai mille pensieri in testa. Hai bisogno di quattro passi da solo, a mente sgombra, per cercare di orientarti con lucidità in un mare di dubbi e perplessità. Bene, la genesi di questo numero de La Lucciola è stata tribolata, e me ne assumo ogni responsabilità. Perché la scelta di