Editoriali dei Redattori

Care lettrici, cari lettori

Chi vi parla è un redattore della Lucciola giunto alla fine dell’ultimo anno tra i banchi di questo liceo e anche all’ultimo articolo di questo ultimo numero della Lucciola 2015/2016. Ciò che mi spinge ad aggiungere un editoriale ulteriore a quello dei direttori è la volontà di esprimere personalmente quanto sia importante per il liceo Manara avere un giornale d’Istituto, e per ogni studente che collabora sentire di far parte di un progetto collettivo, di dare il proprio indispensabile contributo per l’elaborazione di un giornale che concretizza e collettivizza gli interessi e le abilità nascoste di ogni singolo partecipante.

Come frammenti di un puzzle ogni elaborato si incastona con un altro in una disposizione editoriale basilare dando poi unità a una manifestazione… bè, direi anche culturale, che si concilia con il nostro liceo dando voce a tutte le espressioni interiori e plurali che la scuola non si cura di manifestare, nonostante ne crei le basi fenomenologiche.

È una sorta di autocompiacimento l’avere in mano una copia del giornale, lo è sicuramente per chi vi ha profuso energie, tempo, per chi ha dovuto e deve lottare ogni mese con la tempistica, con l’organizzazione, con il sonno regresso, con la stanchezza: sto parlando in particolare di capi-redattori, redattori del presente e del passato, e ancora più in particolare di uno studente che in prima persona si è preso sulle spalle l’onere (e immancabilmente l’onore) di portare avanti con dedizione, fatica il progetto Lucciola iniziato dai mitici padri fondatori Luca Zammito e Guido Panzano: il Direttore Alessandro Vigezzi. Contro lo scetticismo dilagante, la lentezza burocratica, i temporeggiamenti degli studenti-giornalisti, ha saputo credere nell’incredibile migliorando enormemente la qualità del giornale, creando un sito web, rendendo più efficiente e importante la collaborazione con la scuola (senza l’appoggio della quale nulla sarebbe stato possibile) e, infine, riuscendo a pubblicare copie del giornale a colori.

Non sappiamo se lo stesso compiacimento sia stato prodotto nei lettori, quanto il contenuto del giornale abbia attirato l’interesse, il nostro obiettivo è stato sempre quello di trasmettere a tutti gli studenti del liceo qualcosa affinché anche loro potessero aderire, collaborare, aiutare noi ma anche sé stessi, perché ogni articolo o componimento creativo richiede uno sforzo interiore di portata variabile ma di medesima intensità, che oltre a un beneficio spirituale, ne ha uno materiale che è, appunto, il giornale, ed è, almeno a mio parere, davvero importante sentirsi partecipi di un lavoro collettivo mettendo in comune idee, sentimenti, esperienze.

Bè, penso di essermi dilungato abbastanza, e credo sia arrivato il momento di concludere e di salutare. Ai pochi lettori giunti fin qui nella lettura, posso dire che oggi avrei dovuto parlarvi del Leicester City e dell’incredibile impresa compiuta dalla squadra di mister Ranieri… Un po’ Leicester noi della Lucciola effettivamente ci sentiamo non tanto per l’importanza dell’impresa quanto per la sinergia, la coesione dimostrata, per il credere fermamente in quello che abbiamo fatto facciamo e, ahimè, non potrò più fare. La speranza è che questo non sia l’ultimo numero, ma il primo di altri mille, che raccontino storie, passioni, di altre generazioni di studenti del Liceo Classico Luciano Manara.

Un abbraccio, un saluto a tutti

MARCO CILONA


 

Ho sempre scritto per la Lucciola con l’intento di promuovere e condividere i miei interessi, con il solo scopo di informare i lettori e le lettrici in modo da far scoprire qualcosa di nuovo o, se già conosciuto, stimolare una piccola analisi o una critica alle mie tesi. Quindi, dalla semplicità dei temi da me trattati e il modo con cui l’ho fatto, avevo come ambizioso intento quello di incuriosire e provocare, credendo, in un certo senso, di scrivere per altri.

Tuttavia, quest’ultimo articolo sarà diverso: nessun proposito, nessuna ambizione, nessun contenuto culturalmente interessante farà parte di quest’ultimo e inutile lascito alla Lucciola, scriverò invece solo alcune considerazioni relative agli anni passati e speranze per le generazioni che vivono e vivranno il Manara dopo di me, sempre che l’esame non riveli brutte sorprese! Senza dubbio il mio primo anno di ginnasio si svolse in un Manara completamente diverso: ricordo perfettamente la prima ora di lezione, un must per chiunque abbia frequentato il liceo classico, l’alfabeto greco; da quel momento in poi il tempo si è mangiato tutto con una tale avidità da far sembrare cinque anni simili a un pomeriggio di studio.  Ad ogni modo il Manara che ho conosciuto cinque anni fa e quello che lascio oggi, potrebbe non essere lo stesso posto. Non parlo dell’edificio, nonostante anch’esso modificato, in quanto ha perso l’amianto nelle aule per guadagnare LIM, computer, registri elettronici e una connessione a internet discutibile, bensì degli studenti, coprotagonisti della scuola, prima sicuramente piú di ora.

Ricordo molte, quasi tutte le discussioni nei Collettivi e tutte quelle – molte di più – riguardo a esso, per come ricostituirlo e renderlo di nuovo partecipato, arrivando alla conclusione che il collettivo che ho conosciuto anni fa, era essenzialmente un gruppo di amici molto numeroso che si occupava del luogo in cui vivevano per la maggior parte del giorno. Oggi invece pochi si conoscono bene tra loro, e il gruppo omogeneo che condivideva gli spazi di scuola non c’è più, nè ci sono i presupposti per ricrearlo. Tuttavia questo non è un male se non per chi, come me, si sta diplomando tra questo e il prossimo anno, poiché abbiamo visto cambiare così radicalmente questo liceo da poter affermare che la guerra di posizione per l’aula studenti fatta di aspre discussioni e numerosi consigli d’istituto, sarà dimenticata e quindi resa vana.

Anche se può sembrare che queste riflessioni siano banali e sfocino nella malinconia più totale, dettate dalla prossima fine, posso assicurare che non vogliono esserlo minimamente, anzi sono solo le ultime considerazioni, obbligate, vista la grandissima positività che il Manara, la Lucciola, le assemblee d’istituto in venti persone, i comitati studenteschi in “Auletta”, la segreteria, i professori e i compagni hanno lasciato alla mia esperienza.

Come avrete intuito non ho scritto grandi verità nel mio primo e ultimo editoriale ma in fin dei conti il liceo può esser descritto come quelle volte che ti metti a dormire dopo pranzo, ripetendoti “tra mezz’ora mi alzo, lo giuro” e invece ti svegli che s’è fatto buio ed esclami: oh cavolo! Ho dormito davvero tutto questo tempo?!

RAFFAELE VENTURA

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