“Home” ci ricorda di pensare alla nostra casa

Home, un film documentario prodotto da Luc Besson nel 2009 per la giornata mondiale dell’ambiente. Certo, può sembrare uno dei soliti appelli ambientalisti, che hanno come unico obbiettivo mostrare il “lato oscuro” della terra dell’uomo.

Infatti è proprio questo il concetto affrontato dal regista Yann Arthus Bertrand: la Terra è casa nostra e, come molte volte ci si sente rimproverare con “lo faresti questo, a casa tua?!”, il film ce lo ripete ancora. Quindi il motivo del film è quello di sensibilizzare la popolazione su temi a volte poco trattati dai media e/o a scuola.

Soprattutto in Italia, il Bel Paese dove il clima è quasi sempre piacevole, questi argomenti vengono trattati molto poco, e forse è anche questo il motivo per cui abbiamo assistito a un progressivo abbandono della sala   da   parte degli   spettatori.

Comunque,   vorrei sottolineare l’importanza e soprattutto l’interesse che dovrebbero suscitare le questioni ambientali che, come possiamo riscontrare anche con i ripetuti sbarchi in Sicilia, sono le stesse cause che costringono persone, villaggi, e in futuro forse anche popolazioni a spostarsi dal loro paese.

Quindi la nostra Terra si starebbe ammalando a causa nostra, e per di più siamo proprio noi i primi a risentirne. Anche se ultimamente alla teoria dell’effetto serra è stata affiancata un’idea diversa: è stata avanzata l’ipotesi che la nostra “casa” riesca a regolarsi e per riuscirci potrebbe scatenare una glaciazione, infatti noi potremmo trovarci all’apice di una fase interglaciale in cui i ghiacciai si ritirano quasi completamente, per poi iniziare riespandersi durante le fasi di glaciazione che sono molto più lunghe.

Dal film l’uomo non viene descritto solo come distruttore dell’ambiente, infatti si evince anche l’enorme lavoro, soprattutto in alcuni paesi, svolto per scoprire energie rinnovabili sempre più efficienti in modo da sostituire quelle non rinnovabili, nocive per la nostra Terra. Quindi preoccuparsi è doveroso anche perché un domani saremo noi a dover vivere su un pianeta che potrebbe non offrirci più tutto quello che ci ha regalato finora.

 

RAFFAELE VENTURA

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