Una valle di lacrime e luce

E’ triste accorgersi di come le afflizioni del mondo non trovino conforto. L’umanità sembra aver perduto la “speranza dell’altezza”, per citare un uomo che oltre l’Inferno ha avuto il privilegio di osservare l’Altissimo nella luce beata del Paradiso. Ma dov’è la luce? Dov’è  Lui? La Sua creazione svanisce, distrutta e insozzata dai Suoi stessi figli. Chi ancora vi dimora, col tempo inizia a chiedersi come possa Dio tacere di fronte allo scempio dell’Uomo.

Giunge allora in soccorso quel pallido fantoccio vestito con abiti consumati dal tempo: la Chiesa. E si profonde, a volte con onesta fede, altre con dovere di uffizio, in maestose quanto mai improbabili spiegazioni per tenere a bada il giusto dubbio del fedele. Eppure al di là della cortina di fumo generata da fortezze logiche quali “il dono del libero arbitrio” o “l’Immacolata Concezione”, l’insicurezza permane, perdura lo scetticismo e prospera la frustrazione. Perciò si prosegue con conflitti, eccidi, tradimenti, menzogne, omertà; e più in basso omicidi, frodi, violenze, indifferenza, odio, invidia…… Cosa fa l’Onnipotente in questo scenario? Davvero volge gli occhi altrove? O piuttosto mira sconsolato l’autodistruzione diluita nell’arco di lunghe ere che questa razza sta attuando? Potrebbe davvero togliere il male dal mondo se esistesse? Ovvio, è onnipotente. Ma dovrebbe farlo? Chi riflette poco o al momento soffre, non tarderebbe un istante a rispondere “Si”. Tuttavia se si dovessero ridurre i due assoluti Bene e Male, a Piacere e Dispiacere, eliminando il secondo, il primo, a lungo andare, perderebbe valore. Poiché è nella natura dell’essere umano abituarsi a dare per scontato ciò che convive ogni giorno. In un mondo in cui il male non c’è a cosa serve la religione? A chi serve conforto? Tutto sarebbe luce, ma la luce a cosa serve se non a rischiarare le tenebre? In assenza di esse ogni evento volgerebbe a favore. Può un uomo che non ha mai conosciuto la disperazione comprendere il privilegio della gioia? Tante domande e una conoscenza così pateticamente inadatta a tentare di rispondervi. C’è chi sostiene che il Signore operi in modi misteriosi e che le Sue vie siano infinite. Se ciò è vero è capriccio infantile ricercare certezze nell’abisso dell’eternità, infatti la natura degli uomini è limitata e ciò si pone in contrasto con le risposte di cui hanno bisogno. In verità, l’uomo può soltanto decidere cosa fare con il tempo che gli è stato concesso: credere o non credere, cercare o meno risposte. E se dovesse infine decidere che gli basta essere umano, fragile e insicuro, forse, a dispetto della complessità del creato, potrebbe anch’egli scorgere quello spiraglio di luce che fende le nubi sopra questa valle di lacrime.

 

ANDREA MASSIMI

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