Lambiscono il volto
Lambiscono il volto
Pallido gocce plumbee
Di affetto sepolto
Zampilla la sorgente
Dei tuoi occhi
Le tue lacrime
Come pioggia
Scoccano rintocchi
Nella mente
Rugiadosa imprime
Carezzevoli silenzi
Sulla pelle,nel ramo
Del bel melograno
Mormorio di assenzi
Verdi,marmoree
Le chiome scuotono
Fuggevoli venti
E inspira e sospira
Il bruno tasso
Umido e timido
L’occhio languido
Del Salice
Divorato dal tuo corpo, il cielo è il
Letto di fiumi torpidi di foglie lillà
Spruzzate all’orizzonte obliquamente
Al chiostro antico
Aizzate le cornacchie
Dal nemico
S’abbeverano d’acqua santa
Nei santi laghi cerulei
I leprotti
Spavaldi,risvegliati
Dalle Muse e dal
Canto melodioso
D’eroi guerrieri
Echeggiano canti
Alpestri
Dai monti
Sussurri commossi
Dalla foce
Quel flumen
È la tua voce
Limpida e pura
Le rocce imponenti
Gemono stanche
Sorridono i denti
Del corallo fluviale
Candide goccie
Di latte materno
Serpi marine
S’intrecciano silenti
Vivono di stenti
Le memorie mattutine
Il flauto di Pan
È immerso nel fluoro
Fioriscono in lui
Gemmee note
Annegate nel fiume
Fluidamente disperati
Si gettano scoiattoli
Nella quaresima
Fluviale
Dell’acqua
Eri triste, e piovevi
Lacrime sincere
Pan è vita
Vita è Gioia
Pan è morto
Vita è morte
Gioia è morte
Mi getto nel prato
Affondo nella
Terra,nel dolce letto
Del tuo caldo petto
Mi immergo
E desidero annegare
Scompare sopra il mondo
Mesto allo sconquassare
Di una livida
Tempesta.
OMICRON