Buongiorno presidente – parte 2

Tanti ci accuseranno di poca originalità e di prendercela sempre con lo stesso personaggio. “Ma basta con queste illazioni, sempre a prendere di mira lui!” Eppure non possiamo smettere, neanche volendo. Si creda pure che siamo di parte o abbiamo semplicemente poca fantasia, ma sta di fatto che tutto il marciume del calcio recente si è concentrata nel Lazio. A essere più precisi nella sua zona centrale; se poi zoomiamo ancora su Roma con Google Maps, troveremo un rilievo montuoso particolare, rivestito di occhiali e giacchetta grigia, con un bell’accento paesano e un compagno balcanico sempre a fianco.

Chi non ha ancora capito di chi stiamo parlando può anche smettere qui e passare a leggere i componimenti creativi, perché sarebbe un affronto al personaggio in questione. Lui è il Presidente della Lazio, della Salernitana, della parrocchia di Monteverde e anche un po’ della Lega Calcio. Diciamo pure che lui è “il Presidente”.

Tutto ciò che di goliardicamente meraviglioso è successo negli ultimi tempi è riconducibile a Claudione. Dice, fa, si smonta e si rimonta da solo. Chiunque abbia rinunciato ad almeno un po’ di capacità psico-sensoriali avrà festeggiato in maniera speciale la promozione in A di Carpi e Frosinone, due squadre i cui giocatori fino a qualche anno fa erano costretti a lavare gli interni dello stadio per arrotondare. Poi si sarà ricordato con beffardo piacere delle parole di Lotito di qualche mese prima, secondo cui “nessuno conosce Carpi” e “il Frosinone in Serie A farà crollare i diritti tv” e ancora “cameriere, il bis di carbonara per favore”. Se mi avesse detto che parlava sul serio mi sarei andato a giocare questo risultato alla Snai.  E già che c’era anche Mauri mi avrebbe potuto dare una dritta per fare cifra tonda con i campionati dilettantistici kosovari.

Adesso il nostro Presidente come fa? Sarà costretto a riaprire il libro di geografia, marcio di olio e sostanze varie dal ‘57? No, risolverà con uno spostamento. Perché lui i problemi li affronta così, spostando. Non importa cosa, non chiedetemelo, basta che sposti.

A parte gli scherzi, un derby non si può giocare di domenica dopo una finale giocata il mercoledì. “Non si è mai vista una squadra costretta a giocare due partite in così pochi giorni”: verissimo, effettivamente a Formello quest’anno non l’hanno mai vista una squadra in queste condizioni. Non gli dite però che da altre parti c’è anche chi ha dovuto giocare in Europa: una notizia del genere avrebbe del clamoroso.

Lui sposta il derby e tutto a posto. Lunedì è perfetto, tanto in curva nord ci sono solo parrucchieri; alle 18 così non si perde neanche Ballarò. Ora proverà a spostare la finale di Champions a Salerno, almeno si rifà dei diritti tv persi con la vergogna del Carpi e del Frosinone. Chiamatelo per ogni tipo di problema: come aggiusta i problemi lui non li aggiusta nessuno!

A farci concludere con i fuochi d’artificio la nostra stagione satirica sono stati Blatter e i suoi colleghi. Il presidente della Fifa ha ricevuto qualche giorno fa una visita in un hotel della Svizzera dove si trovava per un congresso, ed è rimasto sconcertato quando ne ha capito il motivo: l’hanno interrogato sui criteri di designazione dei paesi ospitanti i prossimi Mondiali.

Strano, il Qatar sembrava perfetto per organizzare una competizione del genere, sia per il clima che per la tradizione calcistica. Finale a Doha il 7 luglio, perfetto no? Talmente perfetto che i vertici della Fifa neanche si ricordavano delle “argomentazioni” molto più concrete, ma ovviamente molto meno influenti, con cui gli arabi li avevano convinti.

Lotito intervistato sulla questione ha risposto: “Nessuno sa dov’è il Qatar, i diritti tv chi ce li dà?”; poi ha proposto di risolvere spostando il Mondiale al 2025 a causa dei turni di qualificazione che l’Italia dovrà affrontare addirittura fino all’anno prima. Uno scandalo secondo il Presidente: “Inammissibile che una squadra sia costretta a giocare un campionato del mondo a un solo anno di distanza dall’ultima partita”.

 

IACOPO GIORDANO

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