Editoriali dei Direttori
Quattro settimane. Quattro settimane di ritardo, e il numero di Aprile accorpato a quello di Maggio. E tutto per mancanza di inchiostro. La riforma della Buona Scuola è forse in grado di fare danni prima ancora di essere approvata? Diciamo che l’attuale stato di decadenza della scuola e della cultura nel nostro paese giustificano il timore. Propongo di considerare queste quattro settimane un “memento” rivolto a quelli che si disinteressano di tutto questo contro il loro stesso interesse. In ogni caso, caschi il mondo, vi preannunciamo che uscirà un altro numero in chiusura dell’anno scolastico.
Nel frattempo è passata (inosservata) la settimana del 25 Aprile, del 70° anniversario della Liberazione. In codesta settimana, ho sentito cose che chi ha avuto gli attributi per combattere la battaglia più giusta e più difficile non si sarebbe mai sognato di ascoltare ancora.
Ho sentito gente dire che Mussolini ha fatto anche cose buone. C’è una sola domanda da fare: cosa? Attendiamo risposte su [email protected]. Ops, mi è scappato che alcuni di costoro sono studenti del Manara!
Ho sentito gente auspicare l’arrivo di un nuovo, ferreo Duce. Forse non siamo tanto lontani… la cosa certa è che la responsabilità di essere liberi è una cosa da veri uomini (e vere donne), ed è comodissimo scaricarla.
Ho udito individui affermare, in mezzo al disinteresse generale per la morte di migliaia di esseri umani nel Mare Nostrum, che è meglio così, perché “è impossibile accoglierli tutti e comunque sono sempre ladri e vu cumprà in meno”. A loro vorrei rispondere con le parole di mia nonna, figlia di un Ammiraglio e vissuta tra gente di mare, che ha espresso molto bene i sentimenti di un’altra epoca: “Non avremmo mai lasciato annegare chi ha bisogno di aiuto”. In tutti i sensi.
Qualcuno ha aggiunto, già che si era in tema stranieri, che “gli zingari sono da rinchiudere nei campi di concentramento”. Mi permetto di tradurre questa frase in termini pratici: “ci sono tra noi nemici che ci tolgono miliardi, difficili da combattere. Lasciamoli perdere, e scegliamo nemici più abbordabili: quelli che ci tolgono gli spiccioli”. Questo modo di pensare è segnale di un popolo debole, come quello che nel secolo scorso si è abbandonato a Mussolini.
Ho letto racconti di partigiani, di come si sono sentiti obbligati a reagire all’oppressione, e penso a quanto siamo lontani da quello spirito. Dovremmo ricordarlo ogni 25 Aprile, ma lo abbiamo dimenticato. Ho paura che ci vorranno altre sofferenze e altri dittatori per tornare a comprenderlo.
Come al solito, mi sono infischiato di quanto lungo e serioso possa apparire il mio editoriale. Spero solo che i nostri modesti articoli vi regalino qualche idea per essere persone migliori in un mondo del genere.
Buona lettura.
ALESSANDRO VIGEZZI
Editoriale numero 265. Volente o nolente mi sono ritrovata a dover scrivere un editoriale. La gestazione non è stata delle più felici. I 264 tentativi precedenti sono falliti miseramente , alcuni sono degenerati in racconti , altri hanno assunto un tono terribilmente moraleggiante, altri ancora troppo banali. La conclusione è che scrivere editoriali non è la vocazione della mia vita. Siamo giunti praticamente alla fine dell’anno , che dire, stringiamo i denti e teniamo duro. La mia specialità è procrastinare aspettando passivamente che gli eventi avvengano. Non è molto sano. Dovrei iniziare a studiare quei trenta capitoletti del simposio, mandare quell’articolo, pensare alla tesina , non dico tanto, almeno l’argomento dato che manca un mese alla maturità, magari iscrivermi a quel test d’ingresso per l’università… Insomma dovrei soprattutto scegliere cosa fare di me stessa. Spero di non essere l’unica che vaga in un limbo etereo di incertezze. E per distrarvi dall’ansia per l’estate incombente (Dove andiamo in vacanza? Altro dubbio esistenziale) ecco queste fantastiche pagine dove potete trovare tutto ciò che cercate.
BIANCA FELIZIANI
