Quando una casa discografica crea un genere musicale

La Motown è un’etichetta discografica fondata nel 1959 da Berry Gordy Jr. con 800$ presi in prestito dalla famiglia. Il nome Motown deriva da Motor Town poiché Detroit era una città con moltissime fabbriche, industrie e ciminiere.

In pochi anni iniziò a vendere molti più album di qualsiasi altra casa discografica, non solo grazie ai grandissimi cantanti e musicisti con cui lavorava (tra i tanti Stevie Wonder, Diana Ross, Marvin Gaye o i Jackson 5), ma anche e sopratutto perché tra gli anni ’60 e ’70 divenne un vero e proprio movimento culturale. Infatti, il successo che crebbe in quegli anni era anche dovuto alle contemporanee proteste contro la discriminazione razziale, che portarono alla stesura del “Civil Rights Act” sotto John Fitzgerald Kennedy nel 1964, vietando così qualsiasi discriminazione razziale. Ciò che rese importante e sopratutto riconoscibile questa etichetta discografica è il marchio indelebile negli arrangiamenti, nel linguaggio con cui gli strumentisti e i cantanti scrivevano e suonavano i brani. Nonostante gli stili interpretati fossero molti, lo stile Motown si sente sempre. Probabilmente questa sonorità tipica, che negli anni ’60 veniva chiamata ” The Sound Of Young America”, è dovuta prevalentemente dagli strumentisti che erano sempre gli stessi, o quasi.

Quindi i medesimi chitarristi che suonavano con Stevie Wonder, lavoravano anche con Marvin Gaye o Diana Ross.

Gordy, prima di fare o produrre musica, aveva tentato di fare carriera in altri ambiti, tuttavia dopo aver conosciuto William “Smokey” Robinson, musicista e compositore dei Miracles, iniziò a scrivere canzoni. Successivamente proprio con Robinson iniziarono a cercare artisti per la nuova casa discografica. I primi musicisti che approdarono alla Motown facevano parte della classe povera e lavoratrice di Detroit e dintorni.

La prima hit pubblicata dalla casa discografica fu proprio una dei Miracles (“Shop Around”) nel 1960, dopodiché i primi artisti o gruppi a essere stipendiati dalla Motown furono le Marvelettes, Marvin Gaye e Mary Wells; nel 1961 Stevie Wonder firmò a 11 anni il suo contratto con l’etichetta discografica. Due anni dopo pubblicò la sua prima traccia, “Fingertips Pt. 2”, che rimase in vetta alle classifiche degli ascolti per diverse settimane. Già si intuiva la genialità del piccolo Wonder, che diventò uno dei più grandi artisti del ventesimo secolo, capace di suonare tastiera, batteria, basso, percussioni e armonica a bocca, ma sopratutto autore e cantante di alcune delle più belle canzoni della musica moderna. Durante gli anni ’60 e ’70 la Motown Records godette di moltissima fama e molte sono le canzoni e gli album indimenticabili che furono pubblicati. Nel 1971 Marvin Gaye pubblicò What’s Going On che venne celebrato come miglior LP Soul mai registrato e occupa il settimo posto nella classifica stilata da Rolling Stones “I Migliori 500 album della musica moderna”.

Nel 1988 Gordy cedette la sua casa discografica alla MCA and Boston Partners, sancendo così la fine della Motown Records come etichetta indipendente, e quindi anche di un’era. Oggi Motown è parte della Universal Music Group.

Motown Records, la casa discografica che aveva risposto con il R&B, il soul e il funk dei neri al rock ‘n roll, rockabilly e Hard Rock dei bianchi, creando un sound nuovo, innovativo e personale. Infatti il Blues dei neri, che colpì durante i primi anni del ‘900, venne rubato ed elaborato dai bianchi, che avevano il Country come musica popolare.

Case discografiche come la Sun, in cui militarono artisti del calibro di Johnny Cash e Elvis Presley, facendo scalpore negli anni ’50 con pezzi dal sapore nuovo: il rock ‘n roll. Lo stesso fecero anche molti gruppi musicali inglesi che interpretarono il blues più tradizionale, dando origine al “British Blues”, una versione europea del blues afroamericano, di cui sicuramente gli interpreti più famosi sono gli Yardbirds, in cui suonavano Jimmy Page e Eric Clapton, che fondarono subito dopo rispettivamente Led Zeppelin e Cream. Ovviamente la controparte nera a questi musicisti bianchi era rappresentata (tra i più celebri) da Chuck Berry, James Brown, Sam Cooke e dagli anni ’60 in poi anche e soprattutto dalla Motown Records e dai grandissimi artisti che la frequentarono.

Chi già conosceva la Motown, riuscirà ad apprezzare questo articolo rendendosi conto della genialità e della bellezza della musica prodotta da questa etichetta un tempo indipendente.

 

 

A chi invece ha letto e scoperto per la prima volta gli artisti nominati in precedenza, consiglio, se si vuole spendere un po’ di tempo, di accendere il computer, accedere a Spotify o Youtube e di ascoltare qualcosa di nuovo!

 

 

RAFFAELE VENTURA

 

 

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