Yes she can

Nata nel Bronx, Ispanica, Portoricana, Afro-Americana, democratica, progressista e

Questi i tratti salienti della donna che, con le elezioni di midterm, si è affermata come nuovo volto dei Democratici statunitensi. Alexandria Ocasio-Cortez, 29 anni, nata nel quartiere newyorkese del Bronx nel 1989 da padre americano e madre portoricana, è la più giovane donna eletta nel Congresso degli Stati Uniti. La sua esperienza politica inizia nel 2016, quando entra a far parte dello staff per la campagna elettorale di Bernie Sanders e inizia a respirare quell’aria socialista e progressista, insieme ai molti giovani americani che sperarono in Sanders come alternativa all’ala tradizionale di Hilary Clinton, in un Partito Democratico che avrebbe dovuto arginare la deriva estremista repubblicana di Trump.

Il percorso verso le elezioni dello scorso novembre inizia con la sua candidatura alle primarie democratiche nello Stato di New York, che vince grazie a politiche innovative e al sostegno di un attivissimo comitato elettorale e vede in campo lei stessa impegnata nel volantinaggio porta a porta; incassa però lo scontento di quella fazione di partito legata alla vecchia politica e rappresentata dallo sfidante Joe Crowley.

A dare per certa la sua vittoria nel voto di midterm è stata proprio la sconfitta di un candidato storico come Crowley, con dieci mandati tra i democratici nel Congresso.

Alexandria Ocasio-Cortez è la giusta chiave di lettura per un nuovo Partito Democratico che sappia proporre nuove idee e non limitarsi alla sola opposizione, puntare al progresso rivolgendosi ai giovani perché fondamentali per un cambiamento, contrastare un clima di odio e falsità sempre più dilagante.

L’ultima battaglia vinta dalla neoeletta è quella contro il colosso Amazon, intenzionato ad aprire una sede a Long Island ma costretto a rinunciare dai politici locali, che si sono opposti a finanziamenti pubblici per tre miliardi all’azienda più ricca del mondo, mentre lo stesso stato di New York viveva un’emergenza abitativa ancora senza soluzione.

Una battaglia esempio di come, se condotta con le giuste armi, la politica sul territorio sia necessaria e vincente.

 

Uno dei suoi primi atti da parlamentare al Congresso è stato la presentazione di una risoluzione congiunta, sostenuta da tutti i candidati presidenziali democratici, che impegnasse il Governo Federale a prendere misure che contrastino il cambiamento climatico.

Una mozione politica, quest’ultima, che chiede di affrontare una questione di grande attualità, in vista del “Global Strike for Future” del 15 marzo prossimo che fa appello ai giovani di tutto il mondo per farsi portavoce del problema, ed è palesemente in contrasto con il Presidente Trump che va avanti da anni con tweet e dichiarazioni tra l’ironico e l’assurdo sulla questione.

È proprio su twitter, come emerge da un’analisi del The Guardian, che la giovane forza democratica sembra essere particolarmente vincente: l’uso di un linguaggio semplice e immediato vicino ai millenial, la capacità di rispondere con ironia alle critiche, un tasso d’interazione superiore a quello di Trump (2,8 vs 0,2%) e anche di altri esponenti democratici come Bernie Sanders e la speaker della Camera Nancy Pelosi.

 

L’argomento Trump non è tra i maggiori temi trattati da Alexandria Ocasio-Cortez, ma non sono mancate dure prese di posizione nei confronti del presidente in carica. Tra queste un’intervista in cui alla domanda “Crede che il Presidente Trump sia razzista?” risponde “Sì, sì, senza dubbio”, dopo aver detto di considerare Trump come “sintomo di un problema”.

In polemica con il Presidente è stata anche la scelta, già anticipata nel giorno dell’insediamento da neoeletta ma stavolta condivisa come linea di tutta la componente femminile del partito, di vestire di bianco durante il discorso sullo Stato dell’Unione, per ricordare le suffragette apripista nell’attivismo femminile.

 

Questo perché Trump si è più volte reso protagonista di episodi e dichiarazioni con chiara denotazione sessista.

Sanità e istruzione per tutti, riforma delle politiche fiscali, più diritti e meno muri: si potrebbe sintetizzare così il programma delle numerose donne protagoniste del risveglio democratico che molto deve al loro attivismo e ha gettato le basi per un partito che torni a essere socialista, liberale e progressista, ma lontano dagli schemi e dalle logiche della vecchia politica.

Un nuovo volto fatto anche e soprattutto di record: Shirley Chisholm è la prima donna nera eletta al Congresso; Rashida Tlaib e Ilhan Omar sono le prime donne musulmane al Congresso; Sharice Davids è la prima donna nativa americana eletta in Parlamento e Ocasio-Cortez è la più giovane donna eletta al Congresso, come già ricordato in apertura.

Record al femminile coronati dal dato di un Congresso che ha avuto il più alto numero di donne mai elette.

Nonostante l’impatto di quest’ondata rivoluzionaria, il voto di midterm disegna un paese spaccato a metà tra repubblicani e democratici, un popolo politicamente incerto e non nettamente convinto dell’uno o dell’altro schieramento; come del resto era già emerso dalle presidenziali del 2016.

Alexandria Ocasio-Cortez: leadership democratica entro il 2020 e candidata presidenziale per il 2024?

 

La carica delle donne riuscirà a cambiare gli equilibri politici del paese?

Domande spinose e ancora aperte. La strada è appena cominciata, ma il futuro politico della prima potenza mondiale e la capacità di contrastare una corrente politica in ascesa – troppo spesso di stampo discriminatorio- dipende proprio da questi interrogativi.

Go Alexandria! Go Women!

 

FILIPPO PERTICARA

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