Apologia della Scienza

Frequento il Liceo Classico da ormai cinque anni e, fin da quando mi sono iscritto, ho sempre voluto prendere Fisica. Lo so, lo so, allontanate dalla vostra mente la prima cosa che vi è sovvenuta (“di che disturbi soffri per voler studiare Fisica?”) e concentratevi su un altro aspetto che, sicuramente, vi sarà saltato all’occhio.

Fisica e Liceo Classico. Qualcosa sembra non andare, eppure vi assicuro che è solo una sensazione. La questione di fondo, infatti, è proprio questa: perché ci sembra tanto strano che un ragazzino che vuole studiare una materia scientifica scelga il Classico? La risposta è semplice: tanto semplice, non a caso, da poter essere compresa da un ignaro tredicenne che si accinge a scegliere il proprio futuro.

Nella mentalità comune esiste una spaccatura profonda del Sapere, scisso in humanae litterae e Scienze, due aspetti considerati estranei l’uno all’altro e spesso perfino contrapposti. A questi due fronti corrispondono, nel nome ma non solo, due tra i più importanti indirizzi della scuola superiore nostrana: il Liceo Classico e il Liceo Scientifico.
Studiare Sofocle, la Rivoluzione Russa, Lucrezio o Ungaretti ti fa riflettere sul tuo modo di vivere, sul perché compi certe scelte, sul fatto stesso di compierle; ti insegna a ragionare autonomamente, senza conformarti al giudizio di nessuno, dando una tua impronta personale alla vita in base alle tue passioni e alle tue idee. Ti mostra il patrimonio culturale comune che ci unisce ma ti insegna che, a partire da quella base, ciascuno di noi vive in modo diverso, secondo la propria visione. La cultura umana è come una grande città, piena di edifici di ogni colore, età e struttura, dove, per farsi spazio, è necessario costruire qualcosa che sia nuovo e allo stesso tempo integrato con il preesistente. L’insegnamento del Classico è proprio questa impostazione cosiddetta umanistica, ovvero incentrata sullo studio della nostra eredità storica e culturale (i Classici, appunto) e finalizzata alla sintesi di uno spirito critico e creativo individuale.

D’altro canto, approfondire la struttura del nostro DNA, i principi della termodinamica o la teoria atomica ci consente di comprendere e interpretare a nostro vantaggio quel mondo in cui l’io si manifesta; permette di migliorare le condizioni generali in cui ogni individuo si sviluppa, migliorando, così, gli individui stessi; identifica quelle leggi necessarie che, essendo ugualmente valide per tutti, ci fanno sentire parte di un tutt’uno interconnesso. Il sapere scientifico nasce e si sviluppa dal genio di pochi, ma rimane come beneficio per l’umanità intera, tanto per coloro che lo comprendono quanto per coloro che lo ignorano. Come un grattacielo in costruzione, la Scienza si lancia sicura verso orizzonti inesplorati, certa che le sue solide fondamenta (i dati empirici e la matematica) le consentiranno di costruire nuovi piani utili all’innalzamento del genere umano. Ciò che lo Scientifico trasmette è proprio questo approccio, basato su uno studio analitico di dati oggettivi che porta alla sintesi di modelli logici e necessari, con il fine di sviluppare nuove conoscenze per il futuro. Apparentemente, dunque, i due indirizzi sembrerebbero ben diversi, con percorsi differenti e finalità quasi contrapposte. Il Classico si concentra sull’Uomo, sull’Io, sulle idee e sulle passioni (e dunque sul soggettivo), per animare individui imbevuti di un passato grande ma non opprimente. Lo Scientifico, invece, si focalizza sul Mondo, sulla molteplicità delle cose esistenti, sui dati empirici e sulle teorie matematiche (sull’oggettivo), per fornire a tutti una conoscenza universale e utile.

In realtà, se è pur vero che le differenti caratteristiche elencate sopra riflettono, in modo riduttivo e parziale, ciò che distingue il sapere umanistico dalle Scienze, ciò non significa che questi due aspetti siano contrapposti, né che il Classico e lo Scientifico siano poi tanto distanti. Infatti se in passato, dagli albori risorgimentali del nostro sistema scolastico fino alla riforma Gentile nel Ventennio, le due scuole erano state nettamente distinte, è bene ricordare come ad oggi, dopo numerosi ritocchi, i due indirizzi abbiano moltissime materie in comune, segno di una base di partenza omogenea. Infatti, tra tutte le materie, solo il Greco è prerogativa esclusiva di uno dei due istituti (lo so, una gran fortuna…), mentre le altre discipline sono semplicemente bilanciate in modo diverso: più Matematica, Fisica, Scienze Naturali e, paradossalmente, Storia dell’Arte allo Scientifico mentre, dall’altro lato, un numero maggiore di ore di Latino e di Storia al Classico. Niente di strano, dato che il Latino, il Greco e la Storia sono materie incentrate sullo studio della nostra eredità storica e culturale che, con il loro esempio, ci animano e ci spronano. La Matematica, la Fisica e le Scienze Naturali, invece, ci forniscono gli strumenti con i quali possiamo analizzare il mondo che ci circonda al fine di trarne informazioni utili.

Come dicevamo, però, tutte queste discipline sono presenti in entrambe le scuole, e ciò costituisce un chiaro indizio del fatto che questi due indirizzi, intuitivamente tanto distanti, in realtà sono solo una diversa declinazione della medesima cosa. Ciò si evince anche dal nome: entrambi, infatti, sono innanzitutto Licei e, quindi, prima di qualunque aspetto specializzante, sono rivolti alla formazione dell’individuo come tale e non come professionista, orientando al proseguimento degli studi piuttosto che al mondo del lavoro.

La questione, però, non si esaurisce qui, a una mera finalità comune. Liceo Classico e Scientifico sono, tutto sommato, sullo stesso piano e non è ragionevole che il primo sia superiore al secondo o viceversa, ma il punto non è semplicemente questo. Se infatti i Licei sono rivolti alla formazione di un individuo in quanto tale ed entrambi i Licei presi in questione hanno grossomodo le medesime materie, significa che tanto le discipline umanistiche quanto quelle scientifiche sono in egual misura necessarie a formarci come esseri pensanti. Ovvio, è impossibile sperare di approfondire esattamente allo stesso modo i due ambiti, ma non è neppure pensabile ignorare totalmente uno dei due, considerandolo non necessario o comunque inferiore all’altro. Pertanto non solo Liceo Classico e Liceo Scientifico sono facce diverse della stessa gemma, ma la stessa dicotomia tra sapere umanistico e Scienze risulta una mera illusione, giacché queste ultime non solo sono ugualmente fondamentali per l’individuo, ma sono anche strettamente connesse tra di loro.

Lo so, posso immaginare la vostra scarsa convinzione. In che modo dovrebbe arricchirmi studiare il teorema di Gauss per il campo elettrico o imparare come derivare una funzione composta? Poi, come se non bastasse, come dovrei credere che simili diavolerie c’entrino in qualche modo con Lucrezio, Dante o le guerre napoleoniche? Che ci azzecca, per riprendere l’esempio un po’ patetico di prima, il grattacielo con la grande città di casupole?

Detto ciò, va aggiunto che una città e un grattacielo non sono affatto due realtà separate e impermeabili l’una all’altra. Un grattacielo certamente arricchisce lo skyline di una grande metropoli, senza la quale però sembrerebbe isolato e privo di senso. Esso, dunque, deve essere integrato con il tessuto urbano e viceversa. I nuovi edifici prenderanno spunto dall’imponenza e dalla modernità del vicino colosso che, per parte sua, trarrà sicuramente ispirazione da qualche suo omologo, magari più modesto ma dalla struttura più audace.Vedete, in realtà l’esempio ci permette di evidenziare proprio la veridicità di ciò che si è affermato prima. Un grattacielo e un insieme di case, quale una città è, sono indubbiamente due cose diverse, impensabile negarlo. Se in un quartiere è possibile costruire un edificio totalmente diverso dagli altri, pur con il rischio di stonare, è impossibile costruire un nuovo livello di un grattacielo senza tener conto di quelli sottostanti, così come nella sfera umanistica si può osare rompendo con il passato, pur senza dimenticarlo del tutto, mentre nelle Scienze ci si appoggia sempre alle conoscenze pregresse. Un grattacielo, poi, si vede da ogni angolo della città, è di recente costruzione e, dunque, necessariamente utilizzato e, per essere tanto imponente, ha chiaramente delle fondamenta ed una struttura molto solide. Gli altri edifici, invece, sono meno visibili, a seconda dell’età possono essere abbandonati e, in base alla posizione o ai materiali, è possibile che crollino. Allo stesso modo la Scienza è la medesima per tutti, ciascuno ne usufruisce, direttamente o indirettamente, e, cosa non meno importante, è sempre un sapere fertile poiché ha delle basi solide (i dati sperimentali uniti ai modelli matematici che li sintetizzano) ed è in continua evoluzione. Il sapere umanistico, invece, è mutevole, e in questo sta anche la sua bellezza, ma ciò lo rende più instabile della Scienza, più soggetto a fraintendimenti e rotture, all’abbandono e alla sterilità, non perché sia sbagliato ma perché rischia di essere incompreso.

Scienza e sapere umanistico, in modo analogo, procedono di pari passo, si influenzano a vicenda, l’una apre la strada all’altro. Non è casuale se solitamente un periodo di grande fervore culturale si accompagna a grandi progressi scientifici e tecnici. Basti pensare ai primi decenni del Novecento, segnati dalle teorie di Einstein e dalle Avanguardie storiche, dalla nascita della meccanica quantistica e dalle opere di Pirandello e Joyce. Oppure riflettete su come grandi correnti di pensiero della nostra storia abbiano spesso avuto come ispirazione teorie scientifiche o avanzamenti della tecnica. La rivoluzione copernicana, ad esempio, oltre ad aver costituito un notevole progresso in ambito astronomico, ha avuto anche una fortissima componente culturale, contribuendo a demolire le certezze che animavano il Seicento in un percorso che avrebbe, poi, portato all’Illuminismo.

Scienze e sapere umanistico, in conclusione, sono imprescindibili e inseparabili per chiunque voglia godere appieno di ciò che ci offre la vita: quest’ultima è sì l’esistenza di un uomo che vive tra altri uomini, ma è anche un’accecante finestra su un Universo che è impossibile non notare.Il punto, quindi, è proprio questo: la cultura umanistica e quella scientifica, antitetiche e contrapposte nella mentalità dei più, sono in realtà due aspetti complementari e ugualmente necessari nella vita di ciascuno. La prima si occupa per lo più dell’approfondimento, in una prospettiva storica, di quel meraviglioso intreccio di idee, emozioni e pensieri che è l’uomo, delle sue gesta e delle sue opere. Pertanto, essa risulta varia, mutevole, interpretabile e meravigliosamente personale. La seconda, invece, concerne il funzionamento di tutto ciò che circonda l’uomo e che può essere ricondotto a meccanismi logici e razionali. Un sapere, quindi, universale, oggettivo e dai chiari risvolti pratici. Si tratta, naturalmente, di due aspetti diversi, ma della medesima cosa: il Nostro Mondo. Il Mondo in cui viviamo è retto proprio dalle regole che la Scienza si propone di scoprire; ogni cosa che vediamo e con cui interagiamo, compresi i nostri stessi corpi, è soggetta a principi che sarebbe da sciocchi ignorare o definire marginali. In secondo luogo, Noi. Il contesto che ci circonda sarà pure fondamentale, ma non avrebbe alcuna rilevanza se non ci fossimo noi ad abitarlo, ciascuno secondo la propria visione e le proprie idee. La Luna sarà pure sempre la stessa da milioni di anni, retta da leggi che non dipendono dall’umore degli uomini, ma noi, da essere umani, possiamo vederla solamente così? Non ci è forse impossibile non vederla anche attraverso i grandi versi, i magnifici quadri, i meravigliosi racconti che gli uomini le hanno dedicato nei secoli? Come ci ha insegnato l’Umanesimo, l’Uomo è centro del mondo perché è proprio l’uomo a vivere il mondo, a goderne e, dunque, a dargli senso. Impossibile, per un essere umano, separare il Mondo dall’Uomo, pena venir meno alla propria stessa natura. Impensabile, allo stesso modo, separare l’Uomo dal Mondo, giacché il primo senza il secondo non avrebbe materia entro cui muoversi.

FLAVIO IELARDI

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