Non solo secondi, ma anche secondary (ticketing)

In questi mesi mi sono lasciato prendere e trasportare un po’ troppo da quel marasma chiamato X Factor, lo ammetto. Ma è indiscutibile che lo share di Sky Uno saliva alle stelle nella zona di Monteverde, quando sul palco saliva nientepopodimenoché che la frontman dei Ros. Poi Licitra vince, battendo i nostri amichetti Måneskin, che molto mogi si ritirano nelle camere d’albergo vicino al Forum d’Assago e preparano sedici triliardi di date nei locali più hippie del 2018. Fino a qui, nessun problema (o quasi, dipende sempre dai punti di vista).

La cosa che mi ha lasciato più di sasso è che i biglietti per  le  ventuno  date in  giro  per  l’Italia  della  “band rivelazione   del  2017”  cit.  TicketOne  (“Eh?!”)  sono terminati nel giro di pochissimi  minuti  e quindi moltissime   delle   tredicenni  di  Roncade  o  di Bassano del Grappa si sono trovate sprovviste di biglietto.  Poco dopo arriva un post su Instagram dei Måneskin, che ci conferma come tutte le date siano finite sold out in pochi minuti. Se però si va su Viagogo, sito di bagarinaggio online (persone che, coadiuvate da ticket bots, comprano su TicketOne un numero illimitato di biglietti nel giro di pochissimi secondi, rendendo praticamente impossibile l’acquisto a noi poveri terrestri; spero di averlo specificato solo per mia madre) con sede a Ginevra, in Svizzera, si scopre ciò che nessuno ha mai visto prima – tranne per i concerti di tutti gli  artisti che hanno fama dal 2000 ad oggi -, ossia che i biglietti, su tale sito, sono sì presenti in notevole quantità, ma a prezzo… maggiorato, mettiamola così: € 390, invece di € 25, il costo di un singolo biglietto per i Måneskin al “Locomotiv”, locale bolognese che ha una capienza di circa 500 posti in piedi. In men che non si dica, ecco che i primi laureati in scienze della sapientologia postuma dei commenti su Facebook dicono che i Måneskin hanno un seguito talmente vasto che 500 posti si esauriscono in brevissimo tempo; altri fan sfegatati ci informano di come neanche l’Atlantico potrebbe mantenere un numero così alto di appassionati; altri ancora mirano decisamente in grande: “Ma fate un’unica data all’Olimpico e vedrete che di questi problemi non se ne avranno”.

In mezzo a tutto questo marasma, l’esile, ma sempre presente, figura del sottoscritto si palesa davanti ad una bacheca Facebook invasa da… invasati che cercano giustizia, e vi rende noto con parole rassicuranti e tranquille che circa il 65% dei biglietti dei Måneskin venduti su TicketOne sono finiti, come per magia, in vari siti di bagarinaggio su Internet. Adesso, non per fare  il  complottista,   ma  la   stessa  identica   cosa  è accaduta per il concerto dei Coldplay il 3 luglio scorso e, al tempo, “Le Iene” andarono ad intervistare a Ginevra proprio il CEO di Viagogo che rispose così: “Non vendiamo biglietti: aiutiamo le persone a rivenderli,  fornendo appoggio con il nostro sito”.

La verità univoca non c’è, ma l’idea che TicketOne possa aver “aiutato” i siti di bagarinaggio nel comprare i biglietti, anche prima della messa in vendita ufficiale , permane. Questo polverone è ormai noto a tutti e la soluzione si potrebbe presto trovare. Stiamo  parlando di biglietto nominativo. Con esso, molti (se non la totalità) dei problemi che si possono avere con i bagarini sparirebbero, e soprattutto è un metodo funzionante e già sperimentato nelle partite di calcio. Ormai i bagarini allo stadio sono completamente scomparsi, perché non è più conveniente per loro procurarsi tickets che, poi, non  potrebbero  in alcuna maniera rivendere.

Allora un grande, grandissimo punto di domanda alberga in molti: se TicketOne è a conoscenza di ciò, come mai non fa nulla per combattere il bagarinaggio? Anzi, come mai ha anche aumentato il numero di biglietti online (da 4 a 6) che si possono acquistare con una singola  carta di credito in un’unica transizione?

 

Il vostro caro e affezionato collaboratore esterno,

GIOVANNI MARIA ZINNO

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