Controlettera

Care stalkerzs,

in questa contro-lettera (o contro-articolo?) mi rivolgerò a voi (che poi “voi” chi? Insomma, non sto assolutamente scrivendo rivolgendomi a qualcuno ma, giusto per sottolineare quanto la mia intenzione sia quella di non interpellarmi a nessuno e di lasciare un interlocutore impersonalissimo, reco questa massima: “chi vuole intendere, INTENDA”), anche se in realtà non vi conosco affatto (senza ironia) né ho mai avuto la malsana idea di studiarvi da lontano al fine di comporre ciò che vi state apprestando a leggere. Essendo dunque io estern* alle vostre situazioni sentimentalucce, mi sono sentit* liber* di poter analizzare da un punto di vista più oggettivo il contenuto del vostro attacco feroce (tra l’altro scommetto che i poveri malcapitati, aka casi umani, in questo momento post-lettura stiano cercando di togliersi la vita, che Bupalo preso per il culo da Ipponatte spostate proprio) e di lasciare pubblica la mia opinione riguardo i vostri problemi.

Nella prima parte è esposta una situazione che, ahimè, è capitata più o meno a tutti: ci provate, sembra che l’altro ci stia e poi invece no, inculata. Per quanto tragico possa sembrare, per quanto vi possiate sentire “illuse” dalla vita (mai na gioia ci), devo avvisarvi che questo atteggiamento non fa di una persona (no, neanche se è la “vostra”) un caso umano. Certo, magari spiegarsi in due parole prima di accannare qualcuno sarebbe dovuto, ma sappiate che è tutta questione di maturità e che questa viene col tempo e dipende dall’indole di ognuno (e NO, una persona dai 14 ai 18 anni NON è matura, anche se la lobby delle saghe per adolescenti – coffTWILIGHTcoffAMORE14coff – persiste nello spacciare questa falsa idea).

Per quanto riguarda la problematica del fissare, da ciò che avete scritto sembra che non abbiate proprio la concezione di come le persone esistano, letteralmente. Prendete di mira quei poveri malcapitati solo perc hé vi piacciono e, arbitrariamente, decidete che quando vi guardano lo fanno non per caso, non perché è socialmente inaccettabile rimanere ad occhi chiusi quando si sta in pubblico, non perché stanno cercando qualcun altro, non perché magari state pure in classe insieme e in una classe le cose da guardare sono limitate (anche se, devo dire, io fossiin loro piuttosto mi metterei a fissare il termosifone, ma poi non sia mai che anch’esso inizi a farsi i viaggioni che manco Warhol coi mille bomboni d’oppio), ma perché hanno come unico oggetto del loro pensiero non la parmigiana, non le sobrissime magliette del collettivo, non faccetta nera remix, ma VOI. Esatto, proprio VOI, pensano solo a VOI, SEMPRE. Parliamoci chiaro, anche se dovessero avervi nel cervello è davvero improbabile, statisticamente parlando, che ci siate in continuazione. E sinceramente non ho neppure capito i due casi esposti: il primo riguarda uno che crea delle aspettative di storia iper-romantica (mi è seriamente venuto in mente “Barbie e la magia di Pegaso”), del secondo sono protagonisti solo ‘sti poracci che non sanno manco ragionare (??) perché vi fissano (???).  Vi  prego,  datemi  delle   risposte  esplicative a riguardo perché sono davvero confus* (fatelo anche in anonimo, anche  appendendo una risposta pubblica davanti all’entrata tipo Martin Lutero). Ma la parte migliore è  l’ultima, un’analisi psicologica introspettiva riguardo la timidezza che manco Seneca con un eventuale De timiditate animi avrebbe potuto eguagliare. Semplicemente, l’unica domanda che viene in mente a chi legge è “ma magari il problema siete voi?” e, se si considera il vostro punto di vista in merito alle questioni precedenti, l’unica risposta che viene in mente è “sì”. È presa l’ansia a me che assolutamente non mi sento toccat* dal vostro discorso, pensate a quegli sfigati che devono entrare in contatto con voi. Ma poi stiamo seriamente parlando di “qualcosa di serio” o “qualcosa di concreto” in un contesto liceale? Ma dove ci troviamo, in una serie tv americana degli anni ’90? È palese che nessuno voglia costruire qualcosa con voi, ma banalmente perché non è l’età per mettere i paletti e fare le cose come se si stesse costruendo una famiglia (ripetete con me: LA VITA NON È COME LA DESCRIVE FABIO VOLO, e per fortuna aggiungerei). Sinceramente, ripijateve sotto questo punto di vista, lo dico per voi. State romanticizzando uno stato di prigionia e nemmeno ve ne rendete conto. Se solo foste un po’ più rilassate, magari l’occasione che incitate a cogliere (bacini a Orazio) verrebbe da sé, senza che l’altro malcapitato sia obbligato in una costrizione (altrimenti sarebbe un po’ penoso). Detto ciò, in summa, scopate di più e scrivete di meno per favore.

Anonimamente Anonimo

L’ANONIMO

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