Il poppy, un fiore controverso

Bufera nel mondo del calcio internazionale: nonostante il divieto della FIFA le nazionali di Inghilterra e Scozia si presentano in campo col tradizionale poppy, ed è subito clamore

Ormai è una notizia che sta facendo scalpore fra molti quotidiani anglosassoni e non: il “caso poppies” è l’ultimo, aperto, attacco della FIFA a nazionali del calibro di Inghilterra e Scozia, ma procediamo con ordine.

L’11 novembre scorso, giorno nel quale Scozia ed Inghilterra dovevano fronteggiarsi a Wembley, la Fédération Internationale de Football Association non ha permesso alle due nazionali di indossare il celeberrimo “poppy”, un papavero solitamente posizionato al centro della maglietta da gara, che ricorda tutti i caduti militari e civili (senza distinzioni) delle due Guerre Mondiali. In Inghilterra questo giorno è detto Remembrance Day, che cade ogni anno l’11 di novembre. In questo giorno si osservano due minuti di silenzio, successivamente rotti dal suono di una tromba che intona le note di “Reveille” (“Risveglio”). Tutta la giornata sembra procedere per il verso giusto, ma alle 20:45 le due squadre si presentano sul terreno di gioco londinese con il loro bel papavero posizionato sulla maglietta, ben in vista, ignorando totalmente il watch out della FIFA.

La stessa Federazione, anche grazie all’appoggio determinante del presidente Gianni Infantino, ha percepito questo gesto come una sorta di “dichiarazione politica” da parte della Football Association, la federazione calcistica inglese. Inoltre, sempre l’associazione internazionale che governa gli sport del calcio, del calcio a 5 e del beach soccer, ha ritenuto il papavero un “oggetto politico”, quindi contrario alla normativa FIFA secondo la quale è vietata l’esibizione di qualsiasi oggetto che possa ricondurre a ideologie politiche.

Subito dopo la fine della partita, presa conoscenza del fatto, Infantino ha aperto un vero e proprio procedimento disciplinare contro le due nazionali impegnate nelle qualificazioni ai prossimi Mondiali del 2018 che si svolgeranno in Russia e ora Inghilterra e Scozia rischiano di dover incassare severe sanzioni.

Ammonizioni che potrebbero prevedere dei punti di penalizzazione nel girone F occupato da Vardy e compagni ma perfino la non ammissione ai prossimi mondiali sia per i Three Lions che per la Tartan Army.

Inutile dire che tutta questa storia così controversa è diventata un fatto di cronaca e il tabloid “The Sun” ci ha fatto intendere come, oltre al punto di vista calcistico, con questo gesto la FIFA non abbia rispettato la festività che accomuna inglesi e scozzesi.

Nei giorni scorsi la FA ha quindi presentato un corposo fascicolo ad Infantino & Co. che definisce il poppy come “segno di appartenenza comune fra Inghilterra e Scozia” e che rimarca come il “poppy non riguardi la sfera politica, religiosa o commerciale, né sia legato in particolare a un singolo evento.”

Non è neanche la prima volta che si verifica una situazione del genere: infatti già nel 2011 l’Inghilterra ottenne l’ok per indossare lo stesso identico papavero per la partita amichevole contro la Spagna. Cosa alquanto strana fu il decisivo intervento del principe William, che in quest’ultimo caso ancora non si è esposto. Vedremo nelle prossime settimane come risponderà la FIFA a questo (giusto) appello della FA.

Ma veramente un fiore può essere così controverso?

GIOVANNI MARIA ZINNO


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