Un patrimonio in pericolo
Le recenti scosse sismiche rischiano di lasciarci orfani di parte della nostra eredità artistico-culturale nel Centro Italia
Ai terremoti del 24 agosto, 26 ottobre, e 30 ottobre 2016 sono succedute alle tre principali moltissime altre scosse di minore intensità, provocando numerosi danni a persone, con 299 vittime, e a beni, in special modo nei comuni del Reatino, con epicentro ad Accumoli, del Maceratese, con epicentro a Castelsantangelo sul Nera, e del Perugino, con epicentro a Norcia. In questa circostanza “ferite” non sono state solo le persone, ma anche le case, i paesi, i beni artistico-culturali, le attività economiche e le tradizioni che caratterizzano queste aree del nostro territorio. I paesi quasi completamente rasi al suolo, o in gran parte inagibili, sono: Castelluccio di Norcia, con il 60% delle case crollate, Preci, Amatrice, soprattutto nel centro storico, Illica, Arquata del Tronto, Ussita, Visso e Norcia.
Sono stati coinvolte chiese, palazzi storici, monumenti ed edifici pubblici, ma anche quadri, sculture, arredi e suppellettili. A Norcia sono state danneggiate ben quattordici chiese, tra le quali la Basilica di San Benedetto, costruita su resti romani del I secolo e – come narra la tradizione – sulla casa stessa del Santo Patrono d’Europa, oltre a Santa Maria Argentea e al Santuario della Madonna Addolorata; a Campi di Norcia è crollata la chiesa di San Salvatore già Pieve di Santa Maria, del XII-XV secolo, costruita nella parte più antica su una precedente costruzione romana che si è letteralmente sbriciolata, provocando così la perdita di un pregiato ciclo pittorico del XV secolo, effettuato da maestranze nursine; ad Amatrice sono crollate le chiese di San Francesco e Sant’Agostino, oltre alla torre civica, che aveva resistito al terremoto del 24 agosto. Ad Urbino il terremoto ha causato piccole crepe al Duomo ma, per fortuna, nessun danno al Palazzo Ducale, che conserva le opere di Piero della Francesca e di Raffaello.
La magnitudo 6,5 della scossa del 30 ottobre scorso ha provocato danni anche a Roma, dove sono state riscontrate fratture al porticato della basilica di San Paolo fuori le mura, crolli parziali dal soffitto della navata della Basilica di San Lorenzo fuori le mura e spaccature nelle pareti della Basilica di Sant’Eustachio. Inoltre, si sono allargate le crepe nella cupola a spirale della chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza del Borromini, esempio tra i più geniali del barocco romano.
Quest’ultima forte scossa ha provocato danni enormi, così come negli agglomerati urbani, anche in natura: oltre a frane e voragini aperte nelle strade di comunicazione, non ha infatti risparmiato nemmeno il “Colle dell’Infinito” a Recanati, fonte di ispirazione per l’idillio omonimo del Leopardi. In aggiunta, i 27 manoscritti di Giacomo Leopardi, custoditi nel Palazzo dei Governatori e museo di Visso sono stati trasferiti a titolo cautelare nella biblioteca di Visso, nonostante i reclami di Recanati, poiché la struttura era stata seriamente compromessa già dalla scossa del 24 agosto scorso.
Sulla base delle denunce pervenute al Ministero dei Beni Culturali, ammontano a ben 5.000 le segnalazioni di danni a opere d’arte a causa del terremoto. Secondo le autorità, ad una stima iniziale, i danni materiali complessivi subiti sono quantificabili in una somma non inferiore a 4 miliardi di euro.
CHIARA MARTINA PAPA