On the Waterfront

Nel 1954 fu girato uno dei più grandi film mai creati nella storia del cinema hollywoodiano e mondiale. Diretto da Elia Kazan e interpretato da un magistrale Marlon Brando e Eva Marie Saint, Fronte del porto (On the Waterfront) è senza alcun dubbio una pietra miliare della cinematografia contemporanea. Questo film  tratta  della  “redenzione”  di  Terry  Malloy, ex-pugile fisicamente obbligato a interrompere la sua carriera e a iniziare a svolgere il lavoro di scaricatore di porto. La storia si sviluppa quando Terry, responsabile della morte di un suo amico e compagno di lavoro, viene assalito dai sensi di colpa, e decide di cominciare il suo lungo percorso verso la liberazione degli operai, capitanati da un’organizzazione sindacale che adotta metodi violenti e discriminatori. Inizialmente diviene membro di questa organizzazione, essendo stato coinvolto dal fratello Charley, ma in seguito capisce che la situazione nel porto di Hoboken (New Jersey) sta degenerando drasticamente. Sceglie così di deporre una deposizione in tribunale contro il sindacato e prende le redini del gruppo, con l’obiettivo di ottenere l’emancipazione per i suoi compagni. Fronte del porto, durante la notte degli Oscar nel 1955 si aggiudicò ben 8 statuette su 12 nomination (miglior film, regista, attore protagonista, attrice non protagonista, sceneggiatura originale, scenografia, fotografia, e montaggio) di cui una fu la prima di Marlon Brando in qualità di attore protagonista. Altrettanto magnifiche le interpretazioni di Lee J. Cobb, Karl Malden, e Rod Steiger. Il costo di produzione del film fu di 906 mila dollari, cifra che attribuiva ad un film il titolo di kolossal, e la durata delle riprese fu di soli 36 giorni. Nella vita reale, al giorno d’oggi, le persone come Terry Malloy si contano a malapena sulle dita di una mano, ed è per questo che credo che questo film meriti di essere visto da tutti, e che, soprattutto, possa essere fonte di ispirazione per la gente che si sente oppressa dal mondo del lavoro e da un sistema che giorno dopo giorno ci sta chiudendo in una gabbia, senza lasciarci via di fuga.

MARCO LUPIDI

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Google photo

Stai commentando usando il tuo account Google. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...