Possiamo ancora chiamarla Caput Mundi

Sono un tipo a cui piace molto viaggiare. Girare il mondo, e in particolare l’Europa, è uno dei miei sogni nel cassetto: le varie capitali, le città di mare, i borghi dell’entroterra, le località di montagna sono tutti luoghi ambiti da chi è attratto dal diverso e dal multiforme e ha sete di conoscenza. Spesso mi capita di ripetere a me stesso che devo viaggiare e uscire dal mio “territorio”, perché voglio conoscere differenti culture e stili di vita. Spero di riuscirci in un futuro più o meno prossimo.

Eppure sento di poter dire di essere, al pari di voi, più fortunato degli altri. Questo perché viviamo in una città che il mondo intero brama di  visitare  e  conoscere:  Roma,  una città  dalle caratteristiche non rare, ma uniche. Perfino le grandi capitali europee non sono, neppure lontanamente,   assimilabili   all’Urbe,   alla  sua storia, al suo patrimonio e al suo fascino. Bruxelles, Vienna, Parigi, Londra o New York hanno tutte un quid: la politica, la moda, il business… Ma Roma è la Città per eccellenza, con quasi tre millenni sul groppone, continuamente vissuti da protagonista indiscussa: ecco perché, per dirla con il Barbiere di Siviglia, tutti la vogliono e tutti la cercano. Dai tempi dei Galli Senoni e anche prima, passando, ad esempio, per Annibale, Alarico, i barbari e Attila, e arrivando all’Isis che ha tenuto a precisare, dal Maghreb, di essere “a sud di Roma”.

Ogni epoca l’ha rivestita di un’aura di sacralità, e non basta, a mio avviso, sottolineare che essa è stata capitale della Repubblica e dell’Impero, ed è tuttora capitale della Cristianità e dello Stato Italiano. Essa ha fatto ciò che ogni altra città non ha imitato a sufficienza:   ha   fatto    convergere   su   di   sé, attraverso i secoli, il meglio delle menti eImmagine degli uomini che la storia ha offerto. Altrimenti non sarebbe mai riuscita a mantenere per un tempo così lungo il ruolo di centro del mondo.

La grandezza della Capitale, poi, sta nel fatto che il suo fascino non muta nei secoli, ma anzi si accresce tanto che si potrebbe tranquillamente inserirla fra i “luoghi leggendari” dell’ultimo bestseller di Umberto Eco, se non fosse geograficamente nota, abitata da quasi quattro milioni di persone (agglomerato urbano compreso) e visitata quotidianamente.

Questa sensazione di essere privilegiato, invero, è per me recente, recentissima: mi trovavo alle Scuderie del Quirinale, il Lunedì dell’Angelo, e quando sono uscito da lì e ho iniziato a passeggiare per il centro, mi sono realmente reso conto di dove vivo. Ovunque mi girassi, vedevo qualcosa che mi riempiva l’animo, qualcosa che definirei “meraviglia”: palazzi rinascimentali, musei neoclassici, scavi, chiese barocche… non avevo mai fatto attenzione alla mia città, che per me era soltanto un insieme di strade. Si, c’è qualche bel palazzo, ci vengono i pellegrini, c’è sempre il sole, ma poi finiva lì. La consapevolezza di vivere a due passi dalla storia, da dove l’Occidente è stato plasmato mi ha fatto letteralmente venire i brividi.

ImmagineNon avevo mai pensato, ad esempio, al fatto che gli Stati Uniti, derivando dagli Inglesi, derivano in principio dalla colonizzazione romana della Gran Bretagna, allora ancora non civilizzata. Oppure alla scoperta stessa dell’America, partita da documenti approvati dal Papa. O ancora alla civilizzazione dell’Oriente, avvenuta grazie alla Roma pagana prima e ai missionari poi. L’intero Occidente e l’Europa in particolare sono debitori della Città Eterna sotto tutti i punti di vista. E le minacce jihadiste altro non fanno che rafforzare la schiera dei suoi pretendenti, tra cui quelli sopracitati.

La Città Eterna è veramente tale: ho trovato sempre emblematica, a questo proposito, Piazza Venezia (e in particolare la parte della scalinata di Michelangelo): vi convergono infatti il Campidoglio, emblema della Roma Antica, la chiesa dell’Ara Coeli e il Vittoriano: tre edifici, tre epoche della storia d’Italia poste l’una accanto all’altra. Quasi a sottolineare il filo continuo della storia, la quale ha posto a Roma la sua casa. Se vogliamo davvero capire chi siamo, dove andiamo e perché siamo così privilegiati, basta, io credo, farsi una passeggiata in centro, approfittando delle giornate più libere e “riempirci gli occhi” del fasto di questi posti che non hanno uguali nel mondo. Da giovane quale sono posso solo dirvi: girate Roma, fate i turisti per Roma (possibilmente senza comprare girandole o bacchette per i selfie) e godetevela. Perché, come disse un grande poeta, “la vera meta è giungere dove si è” e poter osservare per tutta la vita, a pochi passi da noi, ciò che rappresenta la vera bellezza, ci renderà anche persone migliori, non tristi né stanchi della vita.Immagine

Perché il dettaglio di un quadro, la volta di una cupola, un ponte antico o un frontone neoclassico sono solo alcuni degli elementi che contribuiscono al fatto che Roma venga giustamente chiamata, ancora oggi e sempre in avvenire, la Città Eterna.

 

FRANCESCO PAULETTI

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