La nostra immagine riflessa in uno “specchio nero”

Domanda: avete  mai visto, letto o ascoltato qualcosa che vi ha intellettualmente preso a pugni in faccia? E non mi riferisco a reality o trasmissioni da casi umani: quelle al massimo ingaggiano una rissa da bar o da discoteca con la vostra intelligenza, e il più delle volte perdono pure… Intendo proprio un incontro di boxe coi controfiocchi, alla Rocky, tra la vostra mente e qualcosa capace di scuotere dalle fondamenta tutto – o quasi – ciò che credete di credere. Risposta: molto probabilmente sì, dato che il mondo dell’intrattenimento – culturale e non – è vario e ha già prodotto forme di espressione che sortiscono questi effetti.

Fatte queste premesse, si può tranquillamente affermare che quello di cui scriviamo oggi rientra nella categoria appena illustrata. Ma partiamo dal principio: Black Mirror è una serie tv britannica, uscita nel 2011 e tutt’ora in corso, il cui l’autore è Charlton Brooker, che ricordiamo anche per aver scritto un’altra serie (Dead Set,  molto bella anche questa, con cinque episodi di venti minuti in cui si tratta il tema dell’apocalisse zombie in maniera molto originale…).

ImmagineNotiamo perciò che la particolarità di Brooker sta nella brevità delle sue creazioni, e infatti anche Black Mirror si compone di due sole stagioni di tre episodi di 45 minuti ciascuna, tutti autoconclusivi: in pratica, assistiamo a sei mediometraggi. Tuttavia, tornando al quesito iniziale, cos’è che la rende meritevole di essere vista? Come detto prima, l’abilità (in 45 minuti, ripetiamo) di prendersi gioco della morale, dell’etica e di tutta la gamma di valori dello spettatore o spettatrice. E lo fa seguendo un filo rosso che attraversa tutta la serie: il rapporto fra essere umano e tecnologia. Dunque, come ogni buon autore distopico, Brooker ci catapulta in medias res in situazioni dove la tecnologia provoca seri sconvolgimenti. Tuttavia, a dimostrazione che questi mondi da lui immaginati non sono poi così lontani dal nostro, due episodi dei sei che mette su non contengono affatto elementi fantascientifici, come si potrebbe immaginare, ma sono ambientati nella Londra odierna e trattano l’uno di social network, l’altro di comici che entrano in politica (ogni riferimento è puramente casuale). ImmagineA questi si affiancano altri due episodi, caratterizzati dalla forte presenza della componente distopica e riguardanti tv spazzatura e pena di morte, e infine gli ultimi due che mancano all’appello, incentrati entrambi su questa domanda: se, al giorno d’oggi, ci capitasse di venire in possesso di un’invenzione tecnologica fruibile da tutti, ma capace di sconvolgere le regole dell’etica come le pensiamo adesso, ad esempio poter “riportare in vita” una persona (sottolineo le virgolette), oppure poter registrare e conservare per rivederli i nostri ricordi, quali sarebbero le conseguenze nella vita di una persona che dovesse utilizzarla spingendola al proprio limite?

Insomma, nonostante sia decisamente poco conosciuta, Black Mirror (e i più furbi avranno già capito cosa sia questo “schermo nero”) riesce a offrire parecchi spunti interessanti e, per questo, mi sento di consigliarne vivamente la visione, oltre che per il puro piacere di farsi emotivamente del male.

 

 FRANCESCO PASSARETTI

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Google photo

Stai commentando usando il tuo account Google. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...