Lettera a Roma

Ciao Roma,

per amarti non serve avere un poster in camera dove c’è il capitano circondato da bandiere giallo-rosse… Non serve essere romanisti per amarti, perfino i laziali ti adorano. Anche chi è lontano da te, ti conosce e ti reputa fantastica! Vederti da turista è un altro conto, un’altra emozione; non l’ho mai provata ma deve esser bello avere il tempo di vedere il Colosseo al tramonto… pensa che all’imbrunire l’ho visto una volta sola…

Viverci è certamente diverso, sei grande e sei molto abitata… Viverti è diverso: solo alcuni hanno il tempo per ammirarti, gli altri cittadini sono a scuola o al lavoro, o peggio ancora sono imbottigliati nel traffico… Ma non sai quanto è bello arrivare a casa, poggiare lo zaino, andare in salotto con mille pensieri per la testa… che però si svuota davanti una finestra aperta… Perché? Perché non c’è storia che possa competere con te; perché non c’è cultura che possa eguagliarti; perché solo tu unisci una moltitudine di etnie in un’unica città, e non parlo dei turisti, ma dei monumenti e dei palazzi dedicati a stati, popoli e culture; perché solo tu riesci sempre a strappare, alle nuvole piovose, un arcobaleno che ti sovrasti tutta. Solo tu riesci a far rimanere senza fiato milioni di persone, sia quelle che ti vedono per la prima volta sia quelle che ti conoscono da una vita. Sai qual è la tua arma vincente? E’ la luce, la tua luce, la luce di Roma unita dai colori altrettanto meravigliosi. Solo tu hai una luce fantastica a ogni ora del giorno e della notte, con il brutto e bel tempo. Sei fantastica con tutti quei puntini luminosi chiamati luci, che sembrano il riflesso del firmamento che ti sovrasta. Ma c’è una luce ancora più speciale che diventa quasi irreale per quanto è sensazionale: questa luce la si può vedere solo vedendoti al tramonto, senza i nuvoloni carichi di pioggia, ma con quelle sottili nuvoline che sfumano dal rosa più limpido al violetto; con gli ultimi raggi di sole che colpiscono solo te così, illuminando tutti i monumenti, i tetti rossicci accostati a quelli nuovi, illuminando le finestre che rispondono con i propri riflessi.

Solo con quella luce ti si può davvero ammirare… Con la “macchina da scrivere”, nota così solo ai romani; con quella punta bianca che fa pensare immediatamente all’Egitto; con quella bellissima struttura dei Cavalieri di Malta di cui tutti sanno ben poco, ma sanno bene che al suo interno vi è un giardino stupendo progettato nei minimi dettagli per vederlo da un piccolo buchetto nel portone. Non si vede la Roma antica ma è come se fosse impressa nella propria memoria per sempre: si vede la parte nuova e moderna risplendere nel suo candido bianco, come il “Colosseo quadrato”, che ormai viene chiamato solo così e non ricordo nemmeno che cos’è veramente; si vede il ponte, no, non quello di ferro, ma quello recente e come tutte le modernità, bianco… Poi non riesco a contare quante chiese vedo, da qui, sulla mia terrazza, mentre ti ammiro… Mi sono dimenticata il Pantheon ma per farmi intendere meglio dai romani forse è meglio dire “er Panteonne”.

Viverti è bellissimo, perché tu che vivi a Roma, arrivi alla fine della settimana e hai proprio bisogno di fare un giro fra le strade, le tue strade, le strade che sono così familiari, tanto che sembra ridicolo andare a Largo Argentina e non andare da Pascucci per dire “il solito, grazie”. Oppure sembra quasi una colpa non andare al forno a piazza Campo De’ Fiori se ci si passa davanti… E’ come stare a pochi passi dalla Fontana di Trevi e non lanciare una monetina per esprimere un desiderio, non come fanno i turisti, ma perché tu che sei un romano ci credi davvero in quel desiderio, da quando sei nato … Poi pensi di andare a via del Corso e ti volti… Sei davanti al Vittoriano, all’Altare della Patria, alla Macchina da Scrivere… Pensi di tutto, davanti a questo monumento. Alla cerimonia del 2 giugno, con il cielo attraversato dai migliori aerei e piloti del mondo, che lo trasformano in una lunga bandiera tricolore, pensi a quante volte sei passato lì davanti, pensi a quante volte sei entrato in quella galleria d’arte, e a quante volte dopo una mostra sei passato dentro quello stra-maledetto Museo del Risorgimento.

Ma tanto è inutile continuare a guardare ogni monumento… Perfino da una “discarica di cocci” hai trovato il tuo fascino…

C’è un posto che ho dimenticato a cui però sono legata. Quando cammini tra i suoi “sentieri” incontri molti personaggi importanti del Risorgimento Italiano e non solo… Ma se vedi una persona, ragazzo, ragazza, anziano o giovane che sia, che si ferma anche solo per un attimo, apparentemente davanti al vuoto, non hai bisogno di chiederglielo, sai che sta guardando te, la città più bella del mondo, Roma…

UNARAGAZZAQUALSIASI

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