Shining vs Doctor Sleep: il nuovo batte il vecchio?

“Shining” è molto probabilmente uno dei film più conosciuti della storia, e non perché tutto il mondo lo abbia visto, ma perché

alcune scene, battute e momenti iconici di questa inquietante pellicola del maestro Stanley Kubrick fanno ormai parte dell’immaginario comune.                                                                                                         

“Shining” esce nelle sale cinematografiche nel 1980 ed è tratto dall’omonimo libro di Stephen King che invece è stato scritto nel 1977. Per chi non conoscesse la trama di “Shining”, eccola qui riassunta in poche parole e senza spoiler: il film narra il dramma di una famiglia che deve passare l’inverno in totale isolamento in un hotel in alta montagna, poiché il padre è stato assunto come guardiano invernale. Il figlio, il piccolo Danny, dimostra di possedere delle facoltà extrasensoriali, qui soprannominate “the shining” (tradotto come “la luccicanza”), che lo portano ad avere visioni dell’oscuro passato del luogo e degli eventi futuri.  

Il film si può definire un thriller psicologico con tratti orrorifici che rappresenta al meglio la reazione dell’essere umano ad un periodo di isolamento dalla società. Al suo interno “Shining” ha due caratteristiche che, secondo me, lo rendono eccellente dal punto di vista audio visivo: la colonna sonora e la fotografia. Sappiamo bene che in un film horror la vera protagonista è la musica che permette allo spettatore di immergersi a pieno nelle scene più spaventose e ricche di suspense.                                                                             

La fotografia di “Shining”, a mio parere, è perfetta per il contesto: si spazia da colori scuri come il rosso sangue a colori luminosi e accecanti come l’azzurro acqua quasi verdognolo del bagno della famosa camera 237, dove si svolge per me la più bella, enigmatica e inquietante scena del film. 

Quest’anno, esattamente 39 anni dopo l’uscita di “Shining” al cinema, ecco che arriva “Doctor Sleep”, il sequel del film sempre tratto da un libro di Stephen King; questo secondo capitolo racconta la storia di Danny Torrance (il bambino di “Shining”) che a 40 anni si ritrova a dover proteggere un’adolescente con le sue stesse capacità paranormali da un gruppo di persone che si nutrono proprio dei loro poteri. Il film rimane fedele al libro e riporta sul grande schermo alcuni luoghi cult della prima pellicola come il famoso Overlook Hotel. 

Dopo aver parlato in generale dei due film andiamo a capire le differenze tra i due e quale risulta migliore. 

DUE PROFONDE INTERPRETAZIONI: Jack Nicholson verrà sempre ricordato come il vero pezzo forte di “Shining”, poiché la sua interpretazione porta inquietudine e ansia allo spettatore che si ritrova ad osservare un uomo che sta subendo un crollo emotivo; le sue espressioni, la sua follia e il suo sguardo enigmatico e spaventoso lo rendono l’interprete ideale per il ruolo (d’altronde l’intero film risulta una vera e propria prova attoriale).                                                                                                                                                                                               

Il protagonista di “Doctor Sleep” è invece Ewan McGregor (che ricordiamo per la sua magnifica recitazione  nel film “Moulin Rouge”), che pur non deludendo le aspettative non eccelle in questa parte; infatti la sua interpretazione e i suoi modi di fare risultano ripetitivi e a volte fastidiosi, perché mantiene in alcuni tratti gli atteggiamenti di un bambino ancora non completamente cresciuto e con atteggiamenti lagnosi, e sempre stupefatto per fatti riguardanti la luccicanza come se ancora non fosse pienamente consapevole di avere determinati poteri.                                                                                                                                                                 

ANTAGONISTI DIVERSI: in “Shining” l’antagonista è l’animo distrutto del protagonista, che si ritrova sopraffatto dal suo lato più oscuro che lo condiziona e lo trasforma nel “lupo cattivo” della storia. Quindi se in “Shining” il villain è un qualcosa di immateriale, in “Doctor Sleep” ci troviamo davanti a dei veri e propri “mostri” che sognano la vita eterna e per questo si cibano di luccicanza uccidendone i possessori. Sono spietati e trasformano il film in un horror moderno, anche se in alcuni punti ci si scorda di star vedendo il sequel di “Shining”.                                                                                                                                                                                        

COME SI SPAVENTANO LE PERSONE?: in “Shining” Stanley Kubrick sfrutta scene disturbanti per far entrare lo spettatore in un clima di ansia e paura, mentre in “Doctor Sleep” vengono utilizzati effetti speciali e scene in cui lo spettatore è quasi costretto a spaventarsi (jumpscare). 

Nel primo film chi guarda è trascinato verso la paura con un metodo di persuasione lento, mentre nel sequel viene scaraventato direttamente in un mondo dove niente è sicuro. Ci tengo inoltre a farvi sapere quali sono i pareri di Stephen King riguardo a questi due film e che forse vi lasceranno sorpresi; riguardo a “Shining”: “Il libro è caldo, il film è freddo. Il libro finisce nel fuoco, il film nel ghiaccio. Nel libro c’è un vero e proprio arco narrativo nel quale Jack Torrance è una brava persona e solo poi, lentamente, si muove in questo posto nel quale perde il senno. Per quanto mi riguarda, quando ho visto il film, ho trovato Jack completamente pazzo dalla prima scena.” Nel 2013 King etichettò la Wendy del film come uno dei personaggi più misogini mai visti al cinema. 

Mentre su “Doctor Sleep” il maestro dell’horror ha completamente un altro parere: “Tutto quello che non ho amato nella versione di Kubrick di “Shining” è stato riscattato in questo film”. Quindi stando a quello che dice King il prodotto più riuscito sarebbe “Doctor Sleep”, ovvero un film che non passerà alla storia né sarà ricordato per motivi particolari, mentre la pellicola peggiore sarebbe “Shining”, che invece rimarrà una pietra miliare della storia del cinema.

Un po’ di confusione mentale? Secondo me è più che legittima.

Personalmente, per concludere, dico che “Shining” è veramente fatto a regola d’arte, ma può essere considerato un po’ datato e quindi a tratti noioso, ma comunque intrigante e innovativo, mentre reputo “Doctor Sleep” un prodotto più che dimenticabile del genere horror. 

Tra i due per me il vincitore di questa sfida è “Shining” perché descrive l’uomo in tutte le sue sfaccettature, follie e sbalzi di umore… Un vero diamante allo stato e grezzo.

CESARE NARDELLA

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