Le morti silenziose

Siamo una generazione nata e cresciuta nell’epoca della rivoluzione comunicativa. Dai social media alla stampa sempre più libera, dalle enciclopedie online ai siti multi-argomentativi… Il mondo ha accolto a braccia aperte lo sviluppo tecnologico e soprattutto l’informazione ne ha beneficiato. Difatti oggigiorno sembra del tutto impossibile occultare un qualsiasi accadimento, pubblico o privato che sia. Dobbiamo però riconoscere al nostro Paese una certa particolarità, una caratteristica tale da renderci capaci di creare un nuovo fenomeno: l’omertà informativa. Proprio grazie a questo nuovo meccanismo è accaduto l’impossibile.

Dagli anni cinquanta fino agli inizi di questo millennio migliaia di costruzioni sono state realizzate con materiale di natura tossica. Davanti ai nostri occhi la salute ci veniva portata via anche nei luoghi più insospettabili, mentre già c’era chi ne moriva. Numerosi casi di tumore, numerose morti sono state insabbiate proprio sotto al nostro naso. Abbiamo occultato anni di cronaca nera, attribuendo la causa alle sigarette o alla fatalità.

L’amianto (o asbesto) è il prodotto di una lavorazione complessa a cui viene sottoposto un minerale per renderlo più resistente, sviluppando così all’interno delle sue fibre proprietà cancerogene impressionanti. Si pensa che tutti i tipi di amianto siano tossici, e inquinanti. Infatti nel 1992 fu varata una legge che vieta l’utilizzo e la produzione di materiali edili a base di eternit e asbesto. Negli anni successivi furono chiusi gli stabilimenti atti alla lavorazione di questo minerale. Fino al 2005, però, numerose strutture sono state ancora costruite con materia nociva ad opera di costruttori senza scrupoli e di mafie dilaganti, e altre sono state abbandonate senza essere sottoposte alle operazioni di bonifica richieste dalla legge. E il numero di malati inizia a crescere.

Nessuna inchiesta fu mossa in merito, nessuna notizia. Era come se fosse stata praticata un’enorme “censura fantasma”: nessuno parlava perché nessuno sapeva. Fu infatti compito delle amministrazioni rassicurare i cittadini, dipingendo il fenomeno come un accadimento di secondo piano, di poca importanza. Ed intanto a sempre più persone si spezzava il respiro.

L’amianto è principalmente la causa di un carcinoma chiamato mesotelioma pleurico, il quale viene covato all’interno dell’organismo, per poi apparire senza preavvisi anche 30 anni dopo, mastodontico, inarrestabile, inattaccabile, tutto intorno alla gabbia toracica.

Le statistiche sono chiare. Non si ammalarono solo gli operai degli stabilimenti o gli abitanti delle zone limitrofe. L’asbesto è presente soprattutto nelle strutture scolastiche, causando così milioni di morti e di infermi tra docenti e studenti di tutte le età. E purtroppo questo accade ancora oggi. Da uno studio risulta che anche nel territorio laziale vi siano costruzioni non sottoposte a bonifica o addirittura non controllate ed esaminate. Insomma, potremmo già aver contratto il tumore senza aver avuto la possibilità di prevenire nulla. Si stima, inoltre, che l’anno prossimo, nel 2020, le morti per mesotelioma pleurico raggiungeranno l’apice storico registrato in Italia.

Com’è possibile che tutto questo accada? E’ forse la normalità rischiare la vita tra le mura di casa, tra quelle di una scuola, o tra quelle del proprio luogo di lavoro? E’ impensabile che, in così tanti anni, la verità non sia venuta a galla prima. Il dato più spaventoso riguarda la regionalità. Non solo il sud, territorio devastato dalle operazione mafiose, ha visto infliggersi questa sofferenza, ma anche e soprattutto al nord è accaduto. Da Genova a Tieste, da Torino a Milano… Ciò significa che anche al settentrione sono stati utilizzati metodi mafiosi e probabilmente le amministrazioni locali, pur sapendo ciò, hanno lasciato che la costruzione, ormai illegale, di strutture di natura tossica continuasse per più di dieci anni.

Oggi migliaia di persone hanno perso i propri cari, improvvisamente, sperando di poter trovare un rimedio dove neanche la chemio terapia può arrivare. Migliaia di persone lasciate a chiedersi perché nascondere, perché mentire, magari tutto questo si sarebbe potuto evitare. E mentre questa domanda riempie le giornate, anche le mie, riecheggiano nel vento le urla disperate delle morti silenziose.

MARTA SARRO

 

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