Da “In Catilinam” a “In Gretam” è un tiro di schioppo

Come tutti sappiamo venerdì 27 settembre quasi un milione di ragazzi, solamente in Italia, sono scesi in piazza per manifestare al grido Friday For Future, o per meglio dire, molti sono scesi in piazza per evitare di presentarsi a scuola. Molti studiosi e scienziati affermano che il nostro pianeta sta andando alla deriva a causa dei mutamenti climatici, stranamente causati dall’uomo: potrebbe sembrare difficile affermare il contrario, ma in una società dove chiunque si può autodefinire tuttologo ci sono persone che lo affermano, e la maggior parte sono adulte.

Tutti sappiamo che queste manifestazioni, che successivamente hanno dato vita allo slogan sopra riportato, nascono dalla mente di una giovane ragazza svedese di nome Greta Thunberg. Proviamo a ricostruire il procedimento logico che porta tutti questi scettici a dubitare di queste teorie catastrofiche: l’archetipo che ha portato questo argomento sulla bocca di tutti è Greta, Greta è una bambina di 15 anni affetta dalla sindrome di Asperger e che agli occhi dell’immaginario collettivo oltre ai problemi che ha già si occupa di problematiche mondiali che dovrebbero interessare tutti, dai giovani agli adulti, ma specialmente le classi politiche che non se ne interessano. Tutto ciò la rende un prodotto vendibile alla collettività, adatto a creare empatia con lo spettatore, e porta i suoi genitori o il “team” che le sta accanto a lucrare e speculare sulla sua immagine mediatica. Potrebbe sembrarvi assurdo, ma ragionateci un attimo e non escludete il fatto che possa essere plausibile.
Ora spostiamo l’attenzione su quella che è la vera e propria manifestazione, che possiede poche ma solide basi, principalmente: eliminare l’energia fossile e rafforzare la conoscenza scientifica, intenti molto nobili. Ma poniamoci delle domande in modo da fare un bilancio a seguito della manifestazione: siamo stati ascoltati? Se si quanto? Qualcuno ha annunciato che farà dei cambiamenti drastici per rispettare la politica ambientale nella sua azienda, industria o multinazionale? Siamo stati presi sul serio? Qualche uomo influente si è schierato dalla nostra parte o per lo meno ci ha supportato per le idee che per cui protestavamo? Ragioniamoci, diamoci delle risposte e prendiamo in considerazione il fatto che l’unica persona che ci ha supportato è stato lo stesso ministro dell’istruzione Fioramonti, facendoci contare nullo il giorno di assenza. Ma allora che gusto c’è, che senso ha manifestare contro il sistema, se è il sistema stesso che ci sprona a scendere in piazza? Vi rendete conto che è un controsenso?
Un’altra cosa molto curiosa e che andrebbe approfondita è la cassa di risonanza data dai tabloid o per meglio dire, cosa ci ritroviamo sui giornali o sui media. Anche in questa circostanza vi invito a ragionare: perché quando a Parigi i gilet gialli, che manifestavano per l’aumento del prezzo del carburante, venivano spesso denigrati dalle maggiori fonti di informazione, e adesso gli stessi tabloid non stanno alzando un dito contro Greta, ma al contrario tendono quasi ad adulare ogni suo gesto e quello dei suoi seguaci, o almeno a riportarli oggettivamente senza esaltare in negativo alcun comportamento? Siamo sicuri che questa politica non ci voglia esclusivamente farci sentire in colpa invece di accusare i veri responsabili? Perché la differenza che intercorre tra noi e i gilet gialli, al di fuori delle manifestazioni violente o pacifiche, è che loro andavano ad attaccare, pecuniariamente parlando, i grandi equilibri monetari del nostro pianeta, noi attacchiamo solo a parole, e forse è questo il motivo per cui ci evitano attacchi da tutti i fronti; forse aveva ragione Marx quando diceva che il capitalismo ci rende immobili, ma ci dà l’impressione di andare avanti.
Dato che in questo periodo storico si cerca trasparenza e verità, mettiamo le cose in chiaro: noi in Italia possiamo fare di più, su questo non c’è dubbio, ma non sarà mai abbastanza; questo perché il grande problema solo apparentemente legato all’uso delle bottiglie di plastica o alla raccolta differenziata è generato dalle politiche industriali aggressive usate nelle grandi aziende e multinazionali che inquinano nei paesi in via di sviluppo che sono quelli in cui lo sviluppo stesso genera i più grandi e pericolosi rischi di autodistruzione. Ci sarà un motivo se il 73% del inquinamento mondiale è dato solamente da 100 aziende? Detto questo, se ci tenete ad andare alle manifestazioni e a gridare “salviamo il pianeta” a squarciagola mentre buttate le cicche di sigaretta per terra, fate come credete; se volete andare alla manifestazione per non presentarvi a scuola, farvi un giro con gli amici e andare a pranzo al Mac, liberissimi, nessuno vi vieta di fare un giorno di assenza una volta tanto. Ma quando tornerete a casa e i vostri genitori vi chiederanno se la giornata è stata costruttiva abbiate la decenza di non mentire almeno a voi stessi.

LEO SIGNORI

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