Webcrazia

Non democratica, probabilmente anticostituzionale, simbolo di una politica che accetta qualsiasi rifugio pur di non lasciarsi sfuggire una manciata di voti. Insomma, apparentemente questa piattaforma Rousseau non sembra poi così male. Ma non vi preoccupate, in realtà è molto peggio. La piattaforma, concepita nella mente di Gianroberto Casaleggio, faceva parte di una più ampia concezione politica, completamente nuova e futuristica. Eppure (che fortuna!) la piattaforma Rousseau è già realtà e già mostra i danni che potrebbe provocare se allargata a scala nazionale. Scriveva Gaber nel 1972 : molto peggio. La piattaforma, concepita nella mente di Gianroberto Casaleggio, faceva parte di una più ampia concezione politica, completamente nuova e futuristica. Eppure (che fortuna!) la piattaforma Rousseau è già realtà e già mostra i danni che potrebbe provocare se allargata a scala nazionale.

Scriveva Gaber nel 1972 : Vorrei essere libero come un uomo […] che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà. Peccato che si sbagliasse. Sciocchi noi che avevamo la soluzione a portata di mano (anzi di click) e non ce ne eravamo accorti. Se fossimo stati fortunati e questa brillante idea fosse venuta fuori prima, probabilmente i nostri padri costituenti non avrebbero perso tempo a scrivere quel libricino che ora prende polvere sulla scrivania dei leader pentastellati. Basta con lo studio e la fatica sprecate per cercare, forse un giorno, di essere eletti e prendere le decisioni importanti del Paese. Se adesso basta uno smartphone, beh tanto di guadagnato! E se Churchill pensava che la Democrazia rappresentativa fosse la miglior forma di governo possibile, beh era solo perché non conosceva le idee della Casaleggio&associati.

Ultimo pasticcio, in ordine di tempo, ad opera della piattaforma, che ha riempito le pagine dei quotidiani, è stato il caso Salvini. Non è un segreto che il Movimento si fosse sempre schierato contro l’immunità parlamentare, quindi quale miglior modo per salvare la faccia e allo stesso tempo non sgretolare l’alleanza politica se non lavarsene le mani lasciando la decisone al Web? Peccato che la faccia l’abbiano persa lo stesso. Non solo, anche gli stessi elettori pentastellati (sondaggi alla mano, i veri soggetti del potere nel nostro tempo) pare non abbiano mangiato la foglia. Eppure, questo piccolo progetto telematico non viene utilizzato solamente per consultazioni, primarie e candidature; ma è un vero e proprio forziere dove ogni militante grillino degno di tale nome può lasciare una qualche donazione. Chi le amministra? Il presidente-tesoriere Davide Casaleggio, che può utilizzarle come vuole senza doverne tenere conto a nessuno. Eppure non c’è da stupirsene, visto che tra i Cinque Stelle pare siano abituati a lasciare tutto nelle mani di un uomo solo senza preoccuparsene molto, ma soprattutto continuando a manifestarsi come veri garanti della Democrazia con la D maiuscola. Che la piattaforma assumerà un ruolo di rilevanza sempre maggiore è confermato dal fatto che, dalle prossime elezioni politiche, ogni candidato si impegnerà ad erogare un contributo mensile per il mantenimento delle piattaforme tecnologiche. Strano che un Movimento che rifiuta sovvenzioni pubbliche si faccia amministrare da una piattaforma, il cui unico possessore è Casaleggio jr e che quindi opera come parte terza. Ma non facciamoci troppe domande, sarà nel bene degli elettori come del resto tutta questa storia. Almeno su questo non c’è dubbio. Forse.

LUIGI CIRILLO

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