Delitti e misteri tra intelligenza umana e artificiale: “Il ciclo dei robot” di Isaac Asinov

Figuratevi una Terra, di 2000 anni avanti nel futuro, sovraffollata. Immaginatevi una New York irriconoscibile. Il concetto stesso di città è irriconoscibile. Con Abissi d’acciaio, primo volume de Il ciclo dei robot, Isaac Asimov ci presenta un immaginario panorama terrestre. Immense megalopoli sotterranee, giganteschi formicai in cui l’umanità si è auto imprigionata. Decine di milioni di esseri umani incapaci di vivere all’esterno, affetti da agorafobia, abitano nelle Città in grado di rispondere a tutte le loro esigenze. In questi alveari di metallo i terrestri sono stanchi, vivono in un’epoca in cui cresce il malcontento riguardo la politica degli spaziali (antenati di coloro che secoli prima colonizzarono 50 pianeti esterni al sistema solare, lussuosi e scarsamente popolati, gli spaziali considerano i terrestri come inferiori) e, a complicare la situazione, ci sono i robot.

Robot positronici che sottraggono sempre più velocemente il lavoro agli esseri umani. Per questo, nonostante le tre leggi della robotica, vengono visti con crescente odio e sospetto ( Prima legge: un robot non può recar danno a un essere umano, né permettere che, a causa della propria negligenza, un essere umano patisca danno; Seconda legge: un robot deve sempre obbedire agli ordini degli esseri umani, a meno che contrastino con la Prima Legge; Terza legge: un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questo non contrasti con la Prima o la Seconda Legge).

Nello scenario che Asimov ci presenta, la narrazione ruota attorno a un pericoloso omicidio che potrebbe avere enormi ripercussioni nei rapporti non solo tra la terra e i mondi spaziali, ma anche tra intelligenza umana e artificiale.

Quando a Spacetown viene commesso un delitto apparentemente impossibile, la Terra incarica l’investigatore C5 Elijah Baley di risolvere il caso con R. Daneel Olivaw inviato dagli spaziali. La cui imprevista identità sarà all’inizio un’ inaspettata  sorpresa non solo per il detective terrestre. Già, perché R. sta per robot. Daneel è un androide, primo robot umanoide (dall’aspetto quasi totalmente umano) creato nella galassia. Qui, per la prima volta, vengono affiancati questi due celebri personaggi che rimangono tuttora tra i più riusciti nella storia del giallo fantascientifico.

Ad Abissi d’acciaio segue il Sole nudo dove tornano il detective umano, Elijah Baley, e quello positronico, Daneel Olivaw, che si troveranno a investigare sul pianeta Solaria. Un’utopia… con omicidio.

Solaria, un pianeta in cui vige il severo controllo delle nascite per selezione genetica. In cui gli abitanti hanno il terrore del contatto fisico, e si visionano l’un l’altro con l’aiuto di appositi schermi ( monitor che danno l’illusione della presenza ). Un universo interamente roboticizzato. Solaria è una dura sfida per Elijah Baley, che viene in contatto con un mondo totalmente estraneo al suo, un mondo all’aperto. Per risolvere il caso, questa volta, il detective terrestre dovrà affrontare lo spazio al di fuori degli Abissi d’acciaio, dovrà affrontare il Sole nudo.

Nel terzo capitolo del ciclo, I robot dell’alba, Asimov ci sorprende con un nuovo delitto, unico nel suo genere: un robocidio. Il primo, per l’esattezza, avvenuto sul pianeta Aurora. Aurora… il mondo della luce, il mondo dell’alba. Primo e più grande dei pianeti spaziali. Su questo sfondo l’agente in borghese Baley, spalleggiato da R. Daneel e R. Giskard,  dovrà risolvere un caso da cui sembrano dipendere i destini della Terra e della stessa Aurora nella colonizzazione di nuovi pianeti.

Il ciclo dei robot si conclude con I robot e l’impero, epilogo ambientato molti anni dopo i fatti narrati nei precedenti libri. Epilogo in cui saranno decise le sorti dell’intera umanità.

La Terra, Solaria, Aurora… Di fronte a tali scenari, in aggiunta a una trama ricca e affascinante, Asimov ci pone interrogativi di sociologia o filosofia su problemi incredibilmente attuali. Superbia, superiorità e arroganza, difetti che talvolta imprigionano gli uomini traendoli in inganno. Difetti che tendono a far dimenticare che l’importanza e la preservazione della nostra umanità devono andare oltre ridicoli pregiudizi. Questo problema, che viene presentato come la relazione  terrestri-spaziali, lascia spazio a un altro spunto di riflessione: l’integrazione del diverso, in questo caso rappresentata proprio dalla relazione uomo-robot.

Tuttavia è l’andare oltre i confini, l’abbattimento delle proprie mura, ad affermarsi quale tema principale. Ne Il ciclo dei robot si descrive un universo in cui l’umanità deve rinascere. In cui la Terra dovrà dimostrare le proprie capacità, la propria forza per guardare oltre, per diventare il nuovo pianeta dell’alba.

BIANCA DELLA GUERRA

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