Un genio chiamato Hayao Miyazaki

Si alza il vento… bisogna tentare di vivere

(Jiro in “Si alza il vento”)

Nausicaä cavalca il vento e Sheeta si abbandona ad esso, l’anima della natura si tramuta nel vento della rinascita e Porco Rosso ne fa il suo mondo. Nel vento Sophie incontra Howl e Kiki impara i segreti per volare, nella

brezza Chihiro rivela il vero nome dello spirito Haku, Totoro si maschera con il vento per viaggiare…

Il vento… non esiste nulla che riassuma meglio la carriera dell’animatore giapponese Hayao Miyazaki, ed allora perché non iniziare proprio da questo?
Vento come soffio vitale, correnti come compagne a cui ci si abbandona. Il vento inteso come forza ispiratrice. È questa la chiave dei mondi del regista, un’aura che dà vita alla sua immaginazione. Per meglio comprendere l’importanza dei temi del volo e della rinascita, tanto cari all’animatore, è bene partire dalla sua storia personale.

Nato durante la seconda guerra mondiale, il padre fabbricava composti aerei per i caccia “zero” giapponesi. Da qui la fascinazione per la bellezza degli aeroplani, celebrata ad esempio nel suo ultimo film “Si alza il vento” (Ascoltami ragazzo giapponese: gli

aeroplani non sono né degli strumenti di guerra, né un mezzo di profitto commerciale. Gli aeroplani sono uno splendido sogno. Il progettista è colui che conferisce forma al sogno – Signor Caproni). Tuttavia, egli provava vergogna del fatto che la sua famiglia vivesse grazie ai caccia da guerra: da bambino – ha dichiarato – detestavo l’idea che mio padre si guadagnasse da vivere contribuendo alla guerra.

L’odio per la guerra e l’idea di potere inteso come controllo sugli altri sono temi sviluppati in molti suoi film come “Laputa – Castello nel cielo”, “Nausicaä della Valle del vento” e “Principessa Mononoke”, in cui viene offerto uno scenario dove l’uomo è lentamente divorato dalla propria follia, corrodendo non solo se stesso ma anche l’ambiente che lo circonda. Miyazaki mette in scena i peggiori difetti umani come rabbia, odio, sete di vendetta o potere (Bramare ogni cosa che si trovi compresa tra il cielo e la terra è quel che si chiama il karma dell’uomo… – Bonzo, in “Principessa Mononoke”) e li pone a confronto con i sentimenti più puri, che incarnano la vera bellezza dell’essere umano, una bellezza che a volte nasce dalle avversità. Amore,

amicizia e lealtà potranno sembrare parole banali, ma Hayao Miyazaki riesce a ripristinarne il valore. Intendendo l’odio come malattia, l’affetto e la limpidezza emergono come vera anima dell’essere umano, anche quando tende a dimenticare. Nei suoi film non ci sono vincitori o sconfitti, non esistono nemmeno veri nemici fuorché paura e odio che generano una rabbia devastatrice. Il registra affida ai suoi portavoce la liberazione del genere umano. Purezza che scaturisce da antica violenza: dalla sofferenza nascono eroine ed eroi, ma non è solo questo il mondo di Miyazaki. Sentimenti potenti, poesia, pura poesia: questi sono i suoi film. Non a caso il simbolo del suo studio (lo Studio Ghibli, NdR) è Totoro, simbolo di quell’innocente creatività senza regole o confini. Totoro, che rappresenta l’incanto dell’infanzia . Totoro è uno spirito, l’anima di un grande albero che tutela la natura e le due bambine che gli abitano vicino. Questo spirito incarna tutto quel folle immaginario che rappresenta lo Studio: da “Il castello errante di Howl”, storia d’amore e di magia, a “Porco Rosso”, la vicenda dell’asso dell’Adriatico, pilota di idrovolante dal volto di maiale per un’inspiegabile maledizione; da “Ponyo sulla scogliera”, bambina-pesce che per diventare un essere umano scatena uno tsunami, a “Kiki – Consegne a domicilio”, sulle avventure di una giovane strega in una nuova città; da “Arrietty”, un mondo piccolo e segreto, a “La città incantata”, dove la più incredibile mitologia giapponesevivesulloschermo,conspiritelli, streghe, grandi spiriti, rane… un altro universo in cui gli umani o lavorano o vengono trasformati in maiali. In questo film, che più di altri ben riassume tutti i temi forti dello Studio Ghibli – amore, ricordo, verità –, Chihiro è la protagonista. Ottusa ragazzina, da umana stringerà un patto con la strega Yubaba, alla quale prometterà di lavorare nei bagni termali per gli spiriti di cui la strega stessa è proprietaria. In questo mondo, cui è estranea, cercherà di salvare i suoi genitori, tramutati in maiali, con l’aiuto dello spirito Haku.

Ma Chihiro non è l’unica eroina che deve rendersi utile. Il mondo di Miyazaki ci dona una vastissima gamma di forti personaggi femminili, spesso ispirati alla madre del regista, Katsuji: una donna forte, costretta a nove anni di ospedale per tubercolosi spinale. Le eroine che lo Studio Ghibli ci presenta sono coraggiose, con sentimenti autentici, non hanno paura di fallire anche di fronte alla morte, e il loro messaggio è evidente: lotta per quello che ami. Qui, infatti, il pensiero del regista è chiaro: Quando mi chiedono perché scelgo delle ragazze come protagoniste dei miei film, la mia prima reazione è domandare a mia volta: “E perché dovrei scegliere i ragazzi, piuttosto?”. Il motivo per cui presento un’eroina femmina dipende probabilmente dal fatto che la società accorda tradizionalmente il controllo all’uomo, in Giappone come nel resto del mondo. Abbiamo raggiunto un’epoca in cui questo modo di pensare orientato al maschile sta per raggiungere i suoi limiti. Le ragazze e le donne possiedono una maggior flessibilità. Questo è il motivo per cui un punto di vista femminile va incontro ai tempi correnti. Secondo la mia opinione, non dovrebbe sussistere alcuna differenza tra uomo e donna. Io li vedo uguali in molti modi. Esiste sempre il ruolo maschile, certo, ma c’è anche sempre il ruolo femminile. In Giappone abbiamo un antico modo di dire quanto siano stupidi gli uomini. Gli uomini si danno immediatamente all’azione, mentre le donne pensano alle cose approfonditamente. Ciascuna delle due parti supporta l’altra (H. Miyazaki)

Hayao Miyazaki. Lo definiscono il Disney giapponese, eppure alla Disney ammettono di aver preso ispirazione da molti suoi film… (Valeria Arnaldi, in “Hayao Miyazaki. Un mondo incantato”). Lo chiamano il dio delle anime, ma egli è semplicemente un uomo, un uomo saggio che conosce gli altri uomini e ci offre di scegliere la parte migliore che vive in ognuno di noi.

Ma tutto ciò non è finito, non ancora. Il grande animatore, che aveva annunciato il suo ritiro, dopo aver terminato il cortometraggio per il Museo Ghibli “Boro il bruco” è nuovamente al lavoro su un nuovo lungometraggio, il cui titolo sarà “Se questo è il vostro modo di vivere”, tratto liberamente da un omonimo libro giapponese. Non se ne sa ancora molto… ma attendiamo tutti che Miyazaki ci faccia ancora sognare!

BIANCA DELLA GUERRA

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