Effetto domino

La Brexit è ormai una realtà, come realtà potrebbero diventare tutte le conseguenze che un avvenimento così epocale inevitabilmente porta con sé

Come ci si poteva aspettare, la Brexit potrà significare non solo l’uscita dall’Europa da parte del Regno Unito. Ormai, grazie al primo ministro inglese Theresa May (Tory), le trattative conseguenti alla Brexit si stanno per avviare. Quello che però non ha considerato il primo ministro è la natura del Regno Unito. Per un attimo, la fazione pro-Brexit non ha considerato che il Regno Unito è composto da 4 regni che ci tengono molto alla loro identità. Proprio per questa svista, la secessione dall’UE non sarà facile da affrontare per gli stessi inglesi. La Scozia, che da anni vive con un sentimento represso di avversione nei confronti dell’Inghilterra, quest’anno con Nicola Sturgeon ha richiesto un nuovo referendum per la scissione con il Regno Unito. Un referendum analogo si svolse nel 2014, nel quale vinse la parte contraria alla scissione col 55 % dei voti. Il motivo per cui Sturgeon, primo ministro del parlamento scozzese, vuole indire un nuovo referendum è proprio la Brexit, poiché la Scozia votò in maggioranza per rimanere nell’Unione Europea, ma questo non bastò. La Scozia ha molto da perdere in caso di una scissione col Regno Unito, ma in cambio otterrebbe l’indipendenza e un posto nell’Unione Europea. Sulla striscia del nazionalismo scozzese, diventato famoso negli ultimi anni in tutto il continente, si aggiunge in seguito l’Irlanda del Nord. Per questa parte del regno la situazione è diversa: l’Irlanda del Nord, guidata dal primo ministro Michelle O’Neill, ha espresso la necessità di unificare l’Irlanda e avere il proprio centro a Dublino. Questo non comporta solo un’altra parte del Regno Unito che si sottrarrebbe, bensì la riapertura di un discorso che ha lasciato il segno sia in Irlanda che in Britannia: l’indipendenza scozzese. L’Irlanda del Nord era tutto ciò che era riuscita a tenere nelle sue mani l’Inghilterra, ma oggi, con questa pericolosa richiesta per un referendum d’indipendenza, anche l’ultimo baluardo inglese in Inghilterra cadrà. Anche Londra non si trova d’accordo con la decisione presa dalla maggioranza degli inglesi. La City potrebbe perdere non solo tutti i propri privilegi economici, ma avere seri problemi anche nelle scuole. Le università inglesi non solo vantano un enorme numero di studenti stranieri, ma anche un gran numero di professori non inglesi. Proprio per non perdere tutto ciò che questa città con l’Unione Europea ha ottenuto, Londra ha avanzato la proposta di essere dichiarata città libera. Tutta questa mobilitazione, a quanto pare incontrollabile per il ministro May, se lasciata agire, porterà il Regno Unito a una scissione molto più grave della Brexit. Lo sfaldamento del Regno Unito significherà la fine di un percorso iniziato nel 1707 con il re James II d’Inghilterra e James IV di Scozia. Una separazione storica, che rivoluzionerà tutta la Britannia e la cultura inglese come la conosciamo oggi. Il Regno di dividerebbe così: lo Stato di Scozia, un regno che comprenderebbe Inghilterra e Galles e uno Stato d’Irlanda che comprenderebbe tutta l’isola. Se questo dovesse avvenire, in Europa si scatenerebbe una reazione a catena: molte piccole culture presenti in vari Stati, con un forte attaccamento alla propria identità, chiederebbero dei referendum d’indipendenza su modello inglese. La Spagna, per esempio, si mostra già come un possibile ostacolo all’ammissione nell’Unione Europea di una Scozia indipendente. Tale avversione nasce dalla paura di una richiesta di un referendum simile da parte della Catalogna. Non solo la Spagna si ritroverebbe a subire dei nazionalismi interni; anche la Francia riceverebbe delle richieste d’indipendenza da parte di zone limitrofe come Savoia, da anni desiderosa di essere annessa all’Italia. Ma la stessa Italia subirebbe delle richieste del genere: la Sicilia non si sente completamente italiana, Bolzano sarebbe felice di essere annessa all’Austria, la Lega Nord porterebbe avanti il riconoscimento della Padania e la propria indipendenza economica (anche se in questo caso le ragioni della scissione poggerebbero su una base di razzismo nei confronti dell’Italia meridionale). Nei prossimi mesi si scriveranno i trattati per la Brexit: Theresa May dovrà fare attenzione alle decisioni che prenderà. Potremmo assistere allo sfaldamento di un regno che per anni ha gestito l’economia mondiale, di uno dei primi Stati europei a ottenere l’unificazione, di un regno che nessuno da due secoli s’immagina diviso.

LORENZO BITETTI

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