Era mattina

Era mattina, quella sera, quando M*** mi ha baciato.

Era mattina, eppure era notte fonda dentro di lui.

Pensavo fosse un nuovo inizio, la fine dei miei spasimi, e invece non fu niente di tutto ciò; i miei spasimi si acuirono, i miei affanni si moltiplicarono e le mie speranze, che pur avrebbero dovuto infrangersi, non lo fecero, divennero disperate, mi impedirono – e mi impediscono tutt’ora – di accettare la realtà. Ricordo i pomeriggi passati ad aspettare un suo messaggio: pomeriggi uggiosi pieni di un vuoto che solo lui avrebbe potuto colmare, ma che non colmò mai, che non colmerà mai. M*** sparì, e con lui ciò che avevo di più caro. Ho scritto una poesia:

Diedi a M***

Anche la mia Anima;

Diedi a M*** tutti

I nostri ricordi.

Non voglio che la legga, eppure qualcosa mi spinge a pubblicarla, come se tutto ciò potesse essere utile a qualcun altro, solo questo mi spinge a scrivere. Ma come potrebbe esserlo? Mi sto solo prendendo in giro, come al solito. Eppure, non posso smettere di farlo.

SISIFO

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