L’uomo e il potere

La psicologia e le manie dei dittatori, dall’antichità a oggi: quali sono le radici delle loro ossessioni?

Da sempre il potere ha attirato l’uomo, alcuni riescono con facilità ad evitare questa sete di comando, ma altri ne sono così condizionati che in qualche forma devono sfogare questo loro istinto. C’è chi è avido, chi prevale sugli altri con la forza, chi mena, ma nel mondo e nella storia c’è chi si è spinto a comandare un intero Stato, appropriandosi di tutto il potere. Ma quanto questo loro potere ha portato beneficio nelle loro vite? Una domanda che a molti potrà sembrare abbastanza sciocca, scontata, ma solo chi ha potuto sfogare questo suo desiderio può veramente comprendere cosa si cela dietro di essa. Partendo da tempi lontani, ci scrive Senofonte nelle parole di Ierone, tiranno di Siracusa del 478 a.C.: “Sai bene, infatti, che il tiranno gioisce molto meno e soffre di dolori di gran lunga maggiori del privato, che pure conduce un’esistenza modesta”.

Isocrate, nell’opera di Senofonte che porta il suo nome (Isocrate), racconta di non poter assistere ai giochi perché troppo pericoloso e che non prova piacere nell’ascoltare le persone che parlano perché se lo lodassero o lo criticassero questo non avverrebbe per la sua persona, ma per il suo titolo; il tiranno ha poi la possibilità di mangiare ogni tipo di cibo e questo svaluta la loro preziosità, mentre un uomo che non può mangiare sempre tutto quando si trova davanti ad un banchetto ne comprende la grandezza e gode nello stomaco per gusti tutti nuovi e rari. Il piacere sessuale segue il piacere di gola, lo stesso uomo afferma che non vi è piacere nell’amore di una donna quando si è tiranni, poiché questa si concede per paura o ambizione simulando i propri piaceri. Amicizia ed affetti familiari non accompagnano la vita del uomo di potere, tanto che molti tiranni uccidono i

Ciccio Bomba

Il dittatore nordcoreano Kim Jong-un e il suo Stato Maggiore in visita al Wolnae Islet Defense Detachment

loro figli o i loro parenti per paura di un qualche complotto. Lo scritto conclude che “il tiranno ha solo una minima parte dei beni più grandi e dei mali più grandi, invece, ne possiede moltissimi”, mentre Platone scrive nella sua Repubblica: “Il tiranno si trova stretto in un dilemma veramente piacevole che gli impone di vivere fra molta gente mediocre che lo odia, oppure di non vivere affatto! […] non farà affatto ciò che vuole, anzi sarà sempre in preda all’agitazione e sempre vittima del disordine e del rimorso”. Tutto questo però non ha mai fermato l’uomo a ricercare tanto potere. Troppi sono gli esempi nella storia, a partire da Cesare, passando anche per persone come Napoleone, e non limitandosi a Mussolini e ad Hitler, ma arrivando fino ad oggi.

Chi può dimenticare anche solo per poco il carissimo Kim Jong-un, il dittatore della Corea del Nord famoso ultimamente per il test della bomba H a Pyongyang? Forse non tutti sanno che quell’esperimento non fu fatto a caso, ma proprio per festeggiare il compleanno del giovane dittatore che compiva 33 anni. Il dittatore, o tiranno o uomo di potere, può vantare del pieno controllo di uno Stato, può fare ciò che vuole in cambio di una vita passata nella paura e nella diffidenza. Kim, per esempio, non si diverte solo facendo scoppiare bombe ben lontane dall’essere definite a idrogeno: nel dicembre del 2015 ordinò che tutti i maschi si tagliassero i capelli come lui e che le donne come sua moglie Ri Sol-ju, esclusi gli attori; il 15 agosto portò indietro le lancette di tutto lo Stato di 30 minuti per non avere lo stesso fuso orario di Tokyo e Seul; nell’estate del 2014 vieta di mangiare i tipici biscotti della nemica Corea del Sud, i “Choco Pies”; ha vinto per 5 volte il premio “uomo più elegante del Paese”. Sembrerebbe una vita invidiabile la sua, alla fine tutti fanno come dice e se ha qualche voglia tutti devono seguire le sue parole, ma come ogni potere vi è anche la sfera personale da dover curare. L’avvelenamento è uno dei pericoli a cui può esporsi maggiormente, non a caso le foglie d’insalata, prima di essere portate alla sua tavola, vengono accuratamente ispezionate al microscopio. Il pericolo di un golpe è sempre in agguato, non a caso il caro dittatore ha pensato condannare a morte suo zio, Jang Song-Thaek, insieme ad un pugno di ufficiali, sbranati dai cani. La stessa sorte è toccata anche a: due viceministri, il ministro della Difesa Hyon Yong-Chol, il vicepremier Choe Yong-Gon, nonché il responsabile del suo acquario, solo perché aveva fatto morire una sua tartaruga. Per quanto si possa accusare un uomo del genere, prima di ogni giudizio bisognerebbe riflettere e avere compassione di lui, che non può comprendere cosa significhi vivere senza paura del proprio zio, o senza temere una foglia d’insalata.

 

Ciccio Bomba 2

Il dittatore osserva il confine fortificato con la Corea del Sud

Un altro che bisognerebbe compatire, per quanto sia difficile farlo, è il conosciuto Zar, no, non lo zar come sovrano di Russia, teoricamente parlando, ma si parla di Putin, che pretende di farsi chiamare Zar dai suoi collaboratori. Putin, oltre ad essere l’uomo politico che tutti conosciamo, è anche un essere umano come tutti noi. Mai mi permetterei di eguagliare Putin ad un dittatore o un sovrano, ma certo alcune delle sue caratteristiche hanno una strana somiglianza con gli zar che a lui piace imitare. La paura del veleno è prassi, non a caso lui mangia solo cibo russo proveniente dalla Russia non curandosi di possibili problemi diplomatici. Come ogni uomo di potere anche lui ha le sue preferenze: non ci si sveglia mai di mattina, se non quando il sole è alto, ma la colazione prima di mezzogiorno. La sua giornata tipo inizia con una nuotata nella sua piscina privata, guai a disturbarlo. Chiaramente tutto ciò avviene lontano dal Cremlino, nel suo palazzo poco lontano da Mosca. Allo Zar non piace il traffico e lo smog. Le tecnologie dell’uomo forte di Russia sono pari a zero, niente cellulari, internet o computer, a parte telefoni prodotti in Russia collegati solo con il suo satellite per telefonare. Chiaramente i suoi movimenti non sono liberi: insieme a lui viaggia sempre un gruppo specializzato di intelligence dedito a salvaguardare la vita del loro comandante, ex agente di KGB; un mese prima di andare in qualche città straniera, altri agenti specializzati si recano sul posto per ispezionare il luogo. Da una delle sue più grandi passioni, le donne, per questioni naturali al di sopra di ogni uomo se pur questo il più potente, nascono innumerevoli figli illegittimi. Le sue due figlie che vengono riconosciute come tali vivono in giro per il mondo, studiando forse una nei Paesi Bassi, l’altra in Grecia, ma i luoghi sono supposizioni, non si può rivelare la loro posizione, non si deve scoprire. Ebbene, come non si può compatire un uomo che non può vedere le sue figlie, che ha paura di mangiare cibo diverso dallo stesso che mangia sempre, che non può condividere con il resto del mondo le nuove tecnologie? Magari l’ultima cosa non è poi così male, ma stare lontano dalle proprie figlie, non avere affetti seri vicino, non sentire l’amore di una donna che darebbe la vita per lui solo perché è l’uomo che ama e non Putin, “Zar” di Russia. Molto assomiglia ad un dittatore, ma tutti sappiamo che non è così. Non ho altro da aggiungere. Potrà sembrare poco, ma il mio non voleva essere un articolo di informazione, solo un pizzicotto per le vostre riflessioni nei momenti di solitudine. Quando avrete tempo, nei momenti inutili, riflettete: cosa significa avere potere? Cosa voglio ottenere dalla vita? Potere, tutti lo cercano, ignari che sia la prigione peggiore che possa esistere, ma così attraente d’ammalare ogni mente umana.

  LORENZO BITETTI

 

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