La Lucciola

Vangelo secondo Matteo

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Ci risiamo, a ottant’anni dalle leggi infami che macchiarono la storia del nostro paese e dell’intero continente europeo, sembra che più forze politiche abbiano preso in considerazione l’idea di una rievocazione storica che di finzione scenica ha purtroppo ben poco.

Nell’ultimo periodo, si sta infatti troppo spesso assistendo alla promulgazione di provvedimenti e la divulgazione di idee da parte delle istituzioni che mirano a emarginare lo straniero e criminalizzare l’ospitalità e l’aiuto umanitario.

Per citarli in ordine: il decreto Minniti-Orlando che criminalizza le ONG operative nel soccorso in mare; Le navi Acquarius e Diciotti con a bordo migranti strappati al cimitero del Mediterraneo, ostaggi del risiko di Salvini che gioca a fare il duro con l’Europa; il decreto sicurezza di Salvini; i bambini stranieri esclusi dalle mense scolastiche del comune di Lodi; l’abolizione del modello di accoglienza di Riace con il divieto di dimora imposto al sindaco Mimmo Lucano e per ultima, la ghettizzazione e il successivo sgombero del campo umanitario gestito da Baobab Experience a Roma in Piazzale Maslax.

È infatti un segreto di Pulcinella che l’obiettivo di Salvini non sia la riforma del sistema di accoglienza, ma l’espulsione indiscriminata dei migranti: tutto avrebbe fatto, meno che iscriversi al movimento sovranista The Movement di Steve Bannon, che più che un movimento politico appare come il circolo dei sovranisti che erigono muri per difendersi da quella non ben definita invasione; ugualmente avrebbe votato a favore della modifica del Regolamento di Dublino promuovendo nelle sedi UE una ripartizione dei migranti obbligatoria e non “su base volontaria”.  Il paradosso è nel fatto che tutti questi leader al timone del veliero sospinto dal “vento del cambiamento” dicono di non essere razzisti e di far rispettare le leggi.

A loro va quindi l’accorata richiesta di spiegazione su come mai invochino una pulizia etnica e ricevano l’appoggio di movimenti di stampo neofascista e neonazista, Bannon ha ricevuto più volte il plauso del Klu Klux Clan, e in nome della legalità vadano proclamando progetti di rimpatri collettivi e blocchi navali contrari al diritto internazionale e considerati crimini contro l’umanità.

A scanso di equivoci è bene ricordare che il diritto internazionale, stabilito in trattati e convenzioni ratificate dal nostro paese, è considerato dalla Costituzione Italiana a tutti gli effetti come valore di legge, così come questa sancisce diritti fondamentali e inviolabili dell’uomo.

Costituzione che fino a prova contraria non è stata scritta da “buonisti radical chic” ma da illustri statisti che chiamiamo Padri Costituenti.

Le azioni finora intraprese emarginano il problema migratorio non portando però a una sua progressiva soluzione che dovrebbe essere in realtà il vero obiettivo.

Se si vogliono ridurre gli sbarchi è necessario iniziare politiche di investimento nei fondi di sviluppo per i paesi d’origine dei migranti, favorire gli arrivi attraverso corridoi umanitari e realizzare missioni di cooperazione internazionale per favorire il processo pacifico di transizione democratica dei paesi in guerra.

I proclama per i tagli dei finanziamenti alle organizzazioni internazionali come ONU e UE non vanno di certo verso queste direzioni, così come per evitare che il problema immigrazione assuma i caratteri di un problema sociale e di sicurezza bisogna promuovere modelli favorevoli di accoglienza, protezione e integrazione e non vantarne l’eliminazione.

Allo stesso modo, impedire il soccorso in mare e l’aiuto umanitario non significa mettere fine a “la pacchia”, ma lasciare persone disperate nelle braccia della morte.

La religione su cui Salvini giura in propaganda elettorale contiene messaggi lontani anni luce dai programmi politici sovranisti di caccia allo straniero: “Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero straniero e non mi avete accolto” (Matteo 25, 35-45).

In uno stato di diritto, la caccia e l’emarginazione dello straniero non può e non deve per nessun motivo far parte del programma politico di un governo.

Indifferenza è la parola scolpita sulla parete del Binario 21 della Stazione Centrale di Milano, parola su cui ha riflettuto più volte la sopravvissuta ad Auschwitz e Senatrice a Vita Liliana Segre.

Parola segno di un comportamento che si deve evitare e che deve far riflettere, ricordando che “è successo, quindi può succedere di nuovo” (Primo Levi).

Lo strumento per non essere indifferenti, custodire e difendere la nostra democrazia è semplice e si chiama Costituzione.

FILIPPO PERTICARA

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