Una mattina mi son svegliata
saranno state le nove.
Ricordo, sono scesa dal letto
ho acceso le luci
e con gli occhi socchiusi
mi son guardata allo specchio
senza sapere per quale ragione
tu in quel riflesso non ci fossi più.
Allora con un po’ di paura
ed un certo stupore
in quel momento io ho constatato
“Non ti amo più”
Subito la stanza
mi è sembrata allargarsi
e il caffè sulla mensola
un posto lontano da raggiungere.
Neanche sforzandomi
mi tornava alla mente
l’esatto tono della tua voce
e il ricordo che restava del tuo profumo
si mischiava con l’odore invadente
delle mie sigarette.
Uscita di casa
mi accorsi sorpresa
che non eri più dentro ogni bar
e non leggevo più il tuo nome
agli incroci di tutte le vie.
Quella sera guardai un film
e per la prima volta
non eri tu la protagonista,
persino la colonna sonora
non sembrava rivolta a te.
È stato un giorno come gli altri
quello in cui ho smesso di amarti.
Mancava solo un po’ di sale nel piatto
e alzando lo sguardo
il cielo appariva poco nitido.
Per la strada sfrecciavano
solo macchine grigie
e gli unici colori che vedevo
erano quelli del semaforo.
È stato tutto così improvviso
io ero ancora svestita
e con i capelli in disordine.
Questo non-amore
ha bussato alla porta
ed è entrato senza chiedere.
Non mi ha lasciato neanche il tempo
di piangere qualche altra lacrima
e di chiudere tutto ciò che restava di lei
dentro a uno scatolone.
È stato come fare un trasloco
come cambiare città
e chiedere informazioni ai passanti
facendo gesti con le mani.
Questo è stato
smettere di amarti:
una lingua che non conoscevo.
ANGELICA POLIZZI