La Lucciola

La figlia del becchino

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Sono la figlia del becchino, quello che conosce la morte perché ne fa parte, quello che non piange mai ma forse gli piange il cuore.

Mio padre non ha amori perché sa che tutto finisce, e sa anche che dove tutto finisce c’è lui. Mio padre ce l’aveva un amore, ma è finito dentro una bara e non ne è uscito più.

Io lo conosco l’amore, io ho un amore. Non lo so se anche questo finisce, magari per me non finisce niente perché sono la figlia di mio padre.

Becchino… mi ha sempre fatto pensare ad un avvoltoio, però mio padre non è un avvoltoio.

Accetto la vita e conosco la morte, o meglio, so che quando muori ti ritrovi dentro una bara pulito e profumato, poi hai due vie che si dividono in altrettante possibilità: puoi continuare a stare dentro la bara sottoterra, o non sottoterra ma comunque chiuso dal marmo. Oppure puoi diventare cenere e a quel punto ti ritrovi dentro un’urna al cimitero, a casa, sotto un albero che fai da concime, oppure ti fai spargere e voli via, in questo caso sarai polvere.

Ho imparato l’ordine e la pulizia da mio padre: se c’è ordine, c’è pulizia e la pulizia è importante. La polvere è cenere, la polvere è sporca, la cenere è morta, io sono viva e i morti mi danno da vivere, ma non per forza devo averci a che fare. Pulizia e ordine. Così mi insegna papà.

Il mio amore lo tengo per me, così, se non muore per me non muore per nessun altro e magari muore di meno. Il mio amore è Lui, ma Lui può essere tutto, così non muore mai e non si ritrova dentro una bara, com’è successo all’amore di mio padre. Il mio amore sta nelle cose, e non sempre sono biodegradabili.

Pulizia e ordine, per non confondersi, per non ingarbugliarsi la testa.

Anche l’amore ti ingarbuglia la testa, non esiste un amore in ordine, però può esistere un amore pulito, e già va meglio.

Poi quando l’amore è nascosto e tutto il resto in ordine il disordine ci sta solo per te, e allora è come quando muore, quando muore solo per te non muore mai.

SOFIA

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