In questo triste momento in cui il cuore si riempie di sconforto per tutto ciò che è avvenuto e che continua ad accadere, l’intento del mio articolo è di mostrare che l’uomo è capace anche di creare tante meraviglie che generano amore in chi le vede. Oggi credo che manchi proprio questo, in una società in cui regnano sovrani odio ed indifferenza. Ho avuto l’occasione di rendermene conto qualche giorno fa, quando sono stata in visita a Firenze per la prima volta. In quella città, segnata dalle novità rinascimentali dell’epoca dei Medici, ho ritrovato lo stupore davanti alle bellezze che l’uomo sa plasmare. I miei occhi hanno gioito alla vista del battistero romanico, si sono spalancati davanti a Santa Maria del Fiore e alla cupola brunelleschiana, che si erge magnifica (tanto “da coprire con sua ombra tutti e’ popoli toscani”, come dice Leon Battista Alberti), ho sorriso davanti alla geometria della facciata di Palazzo Rucellai e a quella di Santa Maria Novella. La felicità è riemersa poi davanti al San Giorgio e al David di Donatello, e di fronte alla formelle rappresentanti il Sacrificio di Isacco di Ghiberti e di Brunelleschi. Ma lo stupore maggiore è arrivato con la Galleria degli Uffizi: creata per contenere gli uffici dei magistrati fu poi dedicata invece alla raccolta di importanti opere d’arte. Ha una collezione vasta e stupenda ma io ho intenzione di soffermarmi solo su alcune delle sue meraviglie: vi chiedo dunque di chiudere gli occhi per fare un giro con me in quel luogo ameno, e di guardare attraverso i miei occhi. La vista si posa quasi subito su “L’Adorazione dei Magi” di Gentile da Fabriano, in cui il pittore sembra tessere una narrazione fiabesca tra l’oro, i personaggi che abbondano di particolari e un cielo quasi nero. Continuando arriviamo al dittico di Piero della Francesca che nasconde la parte allora già sfigurata del viso di Federico da Montefeltro. In seguito si passa davanti al “Tondo Doni” di Michelangelo, i cui colori sono sgargianti rispetto a quelli più contenuti che compongono “La Madonna del cardellino” di Raffaello, con l’uccello simbolo della Passione di Cristo. Cattura lo sguardo dell’osservatore anche “L’Annunciazione” di Leonardo, che ci mostra, alle spalle della Vergine, una montagna sul mare. Essa è simbolo di Dio, mentre la distesa di acqua salata rappresenta l’umanità in cui Egli è presente.
Siamo arrivati alla sala del Botticelli, dove possiamo ammirare due splendidi capolavori: “La Primavera” e “La nascita di Venere”.
Spero di non avervi annoiato e di avervi trasmesso un millesimo della mia meraviglia, e di avervi fatto capire che tutti noi possiamo essere portatori sani di bellezza che crea amore puro: esso genera il bene che il genere umano può compiere, destinato a trionfare su tutto, e alla fine la sua vittoria sarà visibile sui volti degli uomini sotto forma di sorriso lucente.
CARLOTTA